Migliaia di camerunesi di lingua inglese sono scesi in piazza per protestare contro la detenzione decine di abitanti delle regioni anglofone e per chiedere l’indipendenza dal Camerun francese. Le proteste si sono verificate nei distretti nordoccidentali e sudoccidentali del Paese africano, mentre il presidente Paul Biya era impegnato a New York per i lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu.
Le prime manifestazioni di sono svolte a Bamenda, dove diverse persone sono scese nelle strade nonostante il coprifuoco imposto nella serata di giovedì dal governatore Adolphe Lele Lafrique a seguito di un attentato nel quale sono rimasti 3 agenti di polizia.
Secondo quanto riportato dai media locali i manifestanti hanno affrontato le forze dell’ordine, schierate nelle zone nevralgiche della città, sventolando in modo pacifico bandiere e striscioni con iscrizioni che invitavano al rilascio dei concittadini detenuti.
A Buea (nel sudovest del Camerun) la marcia è stata guidata dalle donne. I partecipanti impugnavano foglie, rami d’albero e vessilli del movimento separatista. Lo stesso è avvenuto anche a Fontem, Bafia, Kumba e Mamfe. A far infuriare la comunità anglofona è stato anche il mancato riferimento alla loro condizione da parte di Biya, durante il suo intervento al Palazzo di Vetro.
Lo scorso anno decine di persone provenienti dalle regioni di lingua inglese sono state arrestate durante le manifestazioni cui hanno dato vita per protestare contro la condizione di emarginazione nella quale erano costrette a vivere. A scendere in piazza erano stati anche docenti, studenti e avvocati che contestavano l’imposizione del francese nelle scuole e nei tribunali. La polizia era intervenuta, reprimendo con la forza le proteste, iniziate in modo pacifico. Sulla disputa il governo ha imposto il silenzio ai media. E più volte i giornalisti anglofoni hanno protestato contro l’impossibilità di raccontare quanto avviene in quelle regioni.
Per cercare di risolvere il problema Biya, al governo da 35 anni, ha dato il via libera a un decreto che istituisce la Commissione nazione del Bilinguismo e del Multiculturalismo.