Sarà rinviato di almeno una settimana l’inizio dei lavori per lo sgombero del gigantesco campo profughi che si trova alle porte di Calais, più conosciuto come la Giungla. L’avvio delle procedure era previsto per il prossimo 17 ottobre ma, secondo quanto riferito da alcuni media francesi – tra cui Le Monde e Liberation – è stato posticipato.
Nel frattempo, alcune delle associazioni umanitarie presenti all’interno dell’accampamento dei migranti, tra cui Emmaus, Secours Catholique e l’Auberage des migrantes, hanno comunicato di aver presentato un ricorso per cercare di ritardare ulteriormente l’inizio dei lavori. Per molte delle Organizzazioni umanitarie presenti a Calais, lo sgombero della Giungla è una buona soluzione, solo che non sono d’accordo sui tempi e sui modi. “Non siamo opposti allo sgombero. Vogliamo solo che ci siano tutte le condizioni per fare una vera operazione umanitaria”, dice Thierry Kuhn, presidente di Emmaüs.
Il Tar di Lille dovrà esprimersi sul ricorso entro 48 ore. Le associazioni chiedono un conteggio preciso del numero di persone presenti nel campo. Un ultimo “censimento” pubblicato ieri parla di 5.684 o 6.686 esiliati, a seconda del metodo di conteggio. Per le Ong la forchetta varia invece tra le 9.000 e 10.000 persone, comunque inferiore agli oltre diecimila recensiti a settembre. Altro problema riguarda i minorenni isolati. Per France Terre d’Asile, nella bidonville di Calais sono 1.300. Tra questi “circa 500” dicono di avere famiglia in Gran Bretagna. Il governo del presidente François Hollande si è impegnato ad evacuare entro fine anno la tendopoli di Calais e a ripartire gli esiliati presenti nel campo in numerosi comuni di Francia.