La risoluzione dell'Europarlamento che apre all'attivazione dell'articolo 7 non spaventa l'Ungheria, che andrà avanti nel suo giro di vite contro l'immigrazione. Vengono, in particolare, confermate le disposizioni che puniscono chiunque aiuti i migranti.
Nessun ripensamento
“Non la ritireremo, difende il nostro Paese e l'Europa“, ha detto all'agenzia di stampa Mti il segretario di Stato del ministero della Giustizia, Pal Volner. Il pacchetto legislativo, che ha spinto la Commissione europea ad aprire un procedimento per infrazione, prevede fino a un anno di carcere per aiuto all'immigrazione clandestina, anche fornito attraverso l'ospitalità in casa. L'obiettivo del parlamento ungherese, che subito dopo ha approvato una legge che impone una tassa straordinaria del 25% alle ong che “appoggiano l'immigrazione illegale”, è impedire la composizione etnica della popolazione sia modificata “attraverso una volontà esterna“.
Sanzioni in vista?
Mercoledì scorso il parlamento europeo aveva votato l'attivazione dell'art. 7 del Trattato di Lisbona contro l'Ungheria, Paese considerato irrispettoso degli standard comunitari. Spetterà al prossimo Consiglio europeo, però, decidere se e quali sanzioni comminare a Budapest, in una procedura di voto che prevede l'unanimità.
Scontro
Il capo della diplomazia ungherese ha, invece, accusato l'Onu di diffondere bugie sulla politica migratoria dell'Ungheria e di volerla mettere “sotto custodia“, assicurando che lo Stato magiaro “non sarà mai un Paese di migranti. Proteggeremo sempre la sicurezza del popolo ungherese, non permetteremo mai a un singolo immigrato illegale di entrare”, ha detto Szijjarto al Consiglio per i diritti umani dell'Onu a Ginevra.