Si avvicina inesorabile il 29 marzo, data prefissata per l'uscita ufficiale del Regno Unito dall'Ue, ma continua a regnare l'incertezza sul destino della Brexit.
Il piano rifiutato
Come emerso nel voto dello scorso 15 gennaio, la premier non può contare su una maggioranza nella Camera dei Comuni. Il suo accordo con l'Ue era stato, infatti, bocciato dal Parlamento britannico. La vicenda backstop continua ad essere il pomo della discordia che divide i Tories. Un assist era arrivato nei giorni scorsi da Jeremy Corbyn, leader dei laburisti, che aveva proposto alla May l'appoggio del suo partito ad un accordo che prevedesse,però, l'appartenenza del Regno Unito ad un'unione doganale permanente con il resto dell'Europa.
Il 'no' della May
Una soluzione che Theresa May ha rifiutato in queste ore. La premier inglese intende rinegoziare il “backstop” con Bruxelles per impedire il ritorno di una frontiera stabile tra le due Irlande. Il 'no' della premier al leader laburista è stato confermato dal ministro conservatore Rory Stewart: “Il primo ministro – ha detto il parlamentare – è stata molto chiara sul fatto che lei pensa che un'economia molto importante come il Regno Unito debba avere la libertà di essere in grado di fare i propri accordi commerciali, quindi è in disaccordo con il suggerimento di Jeremy Corbyn di entrare in un'unione doganale permanente“. Tuttavia, l'esponente dei Tories non ha smentito che la May possa trovare un compromesso con le opposizione per incassare il 'si' alla Camera.
Le critiche
Rispondendo alla lettera di Corbyn, la May ha fatto alcune concessioni al leader laburista sui diritti ambientali e dei lavoratori. L'ipotesi di un dialogo tra i due ha subito scatenato la reazione di Boris Johnson, ex ministro degli Esteri dimessosi in polemica con il “Chequers plan” presentato dalla premier per una Brexit giudicata troppo soft. Parlando al programma Today della BBC Radio 4, la figura più rappresentativa dei Brexiters, ha invitato la May a pensare a rinegoziare la “backstop” anzichè appiattirsi alle posizioni di Corbyn.
Conseguenze per gli italiani
E mentre la data del 29 marzo si avvicina, sale la preoccupazione tra gli italiani residenti nel Regno Unito, specialmente nel caso si arrivasse al divorzio senza un accordo. Per fare chiarezza sulla loro situazione mercoledì 13 alla Camera dei Deputati si terrà un incontro per discutere degli adempimenti amministrativi per gli italiani organizzato dal Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese che si è costituito nell’ambito della Commissione Esteri di Palazzo Montecitorio, sotto la presidenza del deputato Simone Billi. Cercherà di dare indicazioni l'avvocato Cecilia Gozzoli, Uk solicitor del gruppo Controesodo. Sulla situazione degli italiani nel Regno Unito si è espresso nei giorni scorsi anche il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Riccardo Merlo, spiegando che “la difesa degli Italiani d’oltremanica è una assoluta priorità“ del governo.