Un negoziato difficile, che non sarà a costo zero. Anzi, “la fattura sarà salata“. E’ il monito che il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha fatto alla Gran Bretagna sottolineando che il Paese dovrà “rispettare gli impegni presi”. Juncker ha parlato al parlamento belga, riunito in sessione plenaria.
Brexit sì, ma non subito
Juncker, ha anche ribadito che per definirei i dettagli del “divorzio” dall’Ue “serviranno anni” ed ha sottolineato nuovamente che la Gran Bretagna “dovrà rispettare gli impegni assunti liberamente e ai quali ha partecipato”. Oltre a queste condizioni, il presidente della Commissione europea ha rimarcato che “chi vuole godere dei vantaggi del mercato unico deve rispettare le quattro libertà, compresa quella della liberà circolazione dei lavoratori”.
Un conto salato
Un’uscita dall’Unione europea con tempi lunghi quindi, e che potrebbe pesare non poco sui cittadini britannici. Infatti, come riporta euronews.com. Bruxelles potrebbe esigere dal Regno Unito il pagamento di una sorta di fattura per la Brexit, pari a circa 60 miliardi di euro. Cifra che rappresenta il valore economico degli impegni precedentemente presi da Downing Street circa il suo contributo al bilancio dell’Unione europea. Anche se fino ad ora la Commissione Ue non ha confermato – né smentito – queste indiscrezioni, le parole di Juncker fanno presagire il peggio.
Un’Europa a più velocità
“Non è il momento di lanciare in Europa un dibattito istituzionale, alla gente non interessa”, ha inoltre dichiarato Juncker che si è detto a favore di un “ricorso più frequente a cooperazioni rafforzate, chiamatela Europa a più velocità, che già abbiamo”. “Non possiamo più accettare – ha proseguito – che ad esempio sulla crisi migratoria certi Stati non partecipino agli impegni cui hanno preso parte a definire. Non voglio più che certi Stati membri blocchino quelli che vogliono andare più lontano, frenandone le ambizioni”. “Il fossato enorme che c’è tra la Ue e la gente – ha comunque sottolineato – è lo stesso che c’è a livello di sistemi nazionali”. Juncker ha quindi rivendicato la linea seguita dalla sua Commissione di “concentrarsi sull’essenziale”.