La Gran Bretagna “resterà aperta all‘immigrazione dall’Unione europea anche dopo la Brexit”, ma ci vorranno anni per riempire i buchi del mercato del lavoro, la cui copertura impone oggi il ricorso a un flusso costante di stranieri. E’ quanto ha dichiarato il ministro per la Brexit, David Davis, impegnato in una serie di summit in tutta l’Europa dell’Est in vista dell’inizio dei negoziati per il divorzio da Bruxelles.
Le trattative
In realtà, il tour in europa di Davis ha lo scopo di preparare il terreno per le trattative ufficiali, non ancora iniziate in quanto si attende l’ok della Camera dei Lord. I pari hanno da poco iniziato la discussione degli emendamenti alla proposta di legge per attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona. Quest’ultimo è un passaggio fondamentale, in quanto i Lord cercheranno di introdurre alcune modifiche alla “bill” formata da soli due commi che l’amministrazione di Theresa May sta invece cercando di far arrivare senza modifiche all’approvazione finale da parte della camera alta.
Primo ok dei Lord all’avvio dell’iter per la Brexit
Dopo un dibattito fiume, durato quasi due giorni, la premier May è riuscita a strappare un primo ok dalla Camera dei Lord alla legge destinata ad autorizzare il governo britannico ad avviare l’iter formale della Brexit. Dopo quasi 200 interventi, i pari del Regno hanno adottato il testo senza opposizione e senza richiesta di voto che, secondo gli usi della Camera alta, significa l’approvazione. Tuttavia il vero banco di prova è previsto per i prossimi giorni, quando saranno discussi gli emendamenti che alcuni lord dei partiti di opposizione sperano di introdurre rispetto alla versione stringata e senza modifiche varata nelle scorse settimane a larghissima maggioranza dai Comuni. Laddove alcuni di questi emendamenti siano approvati, il provvedimento dovrebbe tornare alla Camera bassa, l’unica elettiva del Paese, a cui spetta in ogni caso l’ultima parola.