Nessun voto anticipato, almeno per ora. La Camera dei Lord rispetta le attese, conferma il pronostico e dà l'ok definitivo alla legge anti no deal passata ai Comuni e che, ora, lega in tutto e per tutto le mani al premier Boris Johnson. Il via libera dei Lord non è una sorpresa, così come appare chiaro che la situazione per il leader Tory, ormai privo della maggioranza e anche del supporto di suo fratello (e vicepremier) Jo, è quasi al punto di rottura, nonostante le aspettative riservate nella sua nomina a primo ministro per il futuro della Brexit. Va detto che, giunto a quest'impasse, nemmeno l'esecutivo ha tentato grosse mosse per fermare l'approvazione della mozione delle opposizioni alla Camera alta, puntando ormai sulle elezioni che (prima o poi) verranno.
Di certo, l'ok dei Lord mette il marchio sul fallimento della strategia Johnson che, da brexiteer oltranzista, vede sfumare definitivamente la possibilità di tirare fuori la Gran Bretagna dall'Unione europea come aveva promesso, con o senza accordo. Una brutta batosta per Boris che, sul tema Brexit, contava di unire i Tories delusi dalle trattative condotte da Theresa May e che, invece, hanno ulteriormente visto ridursi la loro influenza sul Parlamento britannico. A ogni modo, il grosso della partita si giocherà lunedì, quando la regina porrà il timbro definitivo sulla legge praticamente nello stesso giorno in cui l'esecutivo proporrà la mozione per mandare tutti alle urne. Servirà però il lasciapassare del Parlamaento che, per motivi noti, ora come ora è quasi un'utopia.