L'avventura per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea sembra non avere fine. Con un letterale colpo di scena, infatti, Westminster ha frenato l'approvazione dell'accordo raggiunto dal premier Boris Johnson con l'Ue con 322 sì su un totale di 608 voti parlamentari. Porta il nome di Sir Oliver Letwin l'emendamento votato da Westminster che ha, di fatto, imposto una nuova proroga della Brexit. La Camera dei Comuni ha, così, decisoche il deal potrà essere approvato solo insieme a tutta la legislazione connessa, e questo sposterebbe inevitabilmente il termine dell'accordo oltre la scadenza di ottobre, se sarà necessario.
Tra sfiducia e scetticismo
“Boris Johnson deve ora rispettare la legge” è stato il commento del leader dei Labour, Jeremy Corbyn, che ha invitato il premier a una riflessione relativa a una proroga dell'accordo. Corbyn ha sempre affermato che il deal sottoscritto era peggiore di quello stilato dall'ex premier Theresa May. Non sono bastate nemmeno le parole del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker – che parlava di “accordo giusto e bilanciato” – a rassicurare i più scettici.
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“La Commissione europea prende atto del voto nella Casa dei Comuni – ha twittato oggi la Commissione europea, a seguito del voto di maggioranza sull'emendamento Letwin – […]. Sarà compito del Regno Unito informarci il prima possibile sui prossimi passi” ha specificato.
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Intanto il leader dei Tory, Boris Johnson, nega che l'approvazione dell'emendamento lo vincoli in alcun modo rispetto agli accordi presi con Bruxelles ed ha affermato di non volere recarsi oltre la Manica a chiedere un nuovo rinvio. Non è scontato che i capi dell'Ue vogliano acconsentire, comunque, a un rinvio e il premier si prepara a chiedere per martedì prossimo un voto sull'accordo raggiunto con Juncker, nella speranza che possa chiudersi, una volta per tutte, il capitolo “Brexit”