Settecento giorni alla Brexit: il B-Day ĆØ ormai arrivato. Dopodomani, la premier britannica Theresa May avvierĆ ufficialmente le pratiche per il “divorzio” del Regno Unito nell’Unione Europea. Dopo 44 anni insieme, Londra chiederĆ lāattivazione dellāarticolo 50 del Trattato di Lisbona con una lettera indirizzata al Consiglio europeo.
Ecco le tappe principali.
Il mese prossimo sarĆ dedicato alla preparazione delle linee guida negoziali che verranno adottate il 29 aprile. “A mio avviso – spiega AndrĆ© Sapir, senior fellow del think tank Bruegel – le linee guida conterranno princƬpi generali: verrĆ dato il mandato alla Commissione Ue per negoziare, ma ad alcune condizioni. Ć inoltre ragionevole che vengano citati i principali nodi da sciogliere, come la futura relazione tra Londra e la Ue e potrebbe essere menzionata la possibilitĆ di un accordo transitorio se entro i due anni non si arriverĆ a unāintesa sul libero scambio”. Per ragioni tattiche, gli fa eco Vincenzo Scarpetta, senior policy analyst di Open Europe, “I leader non scopriranno troppo le carte. Mi aspetto, per esempio, che vengano menzionati gli obblighi finanziari di Londra nei confronti della Ue, ma senza cifre”.
A maggio, dopo la pubblicazione della raccomandazione, i ministri degli Esteri riuniti nel consiglio Affari generali dovranno approvare lāavvio dei negoziati e le linee guida negoziali a maggioranza qualificata. In questi due anni Londra continuerĆ a essere un Paese membro della Ue, anche seĀ ha giĆ rinunciato a esercitare la presidenza di turno nel secondo semestre di questāanno. Lāobiettivo ĆØ portare a termine i negoziati entro ottobre 2018. Entro marzo 2019, lāaccordo dovrĆ essere poi approvato dai ministri degli Esteri dei 27, a maggioranza qualificata con il parere vincolante dellāEuroparlamento, e dal Parlamento britannico. Da quel momento la Gran Bretagna non sarĆ piĆ¹ membro della Ue.
Non mancano sin da subito i nodi da risolvere. Theresa May vorrebbe trattare in parallelo la Brexit (articolo 50) con la firma di un trattato di libero scambio (stabilita dallāarticolo 218 del Trattato), mentre la Ue preferirebbe concentrarsi sul primo aspetto e in seguito sul secondo. Dissidi, inoltre, anche in merito al cosiddetto “exit bill”: Bruxelles chiede che Londra onori i suoi impegni presi con la Ue (circa 58 miliardi di euro), ma la Gran Bretagna si oppone. Mancano solo 700 giorni, ma sono tutti in salita.