“Una conquista dello stato democratico“. Così il presidente del Brasile, Michel Temer, ha commentato la mancata approvazione della proposta di impeachment da parte della Camera. “Non è una vittoria personale ma delle istituzioni e della stessa Costituzione” ha commentato. Il capo di Stato ha poi promesso che il suo governo “andrà avanti con le azioni necessarie”, in particolare con le riforme già annunciate, come quella sulle pensioni.
Nel Paese sudamericano, però, non si placano le polemiche per una decisione non condivisa da buona parte dell’opinione pubblica. Secondo i media locali, in cambio di voti favorevoli il governo avrebbe promesso una serie di benefici ai parlamentari indecisi, come la concessione di incarichi federali. In totale 263 deputati hanno votato a favore del capo di Stato e 227 contro: per dare continuazione al processo penale presso la Corte suprema erano necessari almeno 342 voti. Prima ancora che si fosse concluso il voto sulla questione, la maggioranza governativa aveva già ottenuto 159 voti, rendendo così impossibile il raggiungimento del quorum richiesto per l’approvazione della mozione.
A maggio è stata aperta un’inchiesta sul capo dello Stato, dopo che la stampa locale aveva diffuso il contenuto di una registrazione audio, in cui il presidente brasiliano sembrava discutere di tangenti con il proprietario della società di trasformazione della carne brasiliana Jbs per influenzare un testimone in un caso di corruzione legato all’azienda petrolifera nazionale Petrobras. A giugno, l’ex procuratore generale del Brasile, Rodrigo Janot, ha accusato formalmente Temer di corruzione e ha inviato le incriminazione alla Camera.