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BRASILE, IL SENATO APPROVA L’IMPEACHMENT: DESTITUITA LA ROUSSEFF

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Dilma non è più la “presidenta” del Brasile. Infatti, con 61 voti a favore e 20 contrari, il Senato brasiliano ha deciso di destituire la Rousseff dal suo incarico di capo di Stato del Brasile, ruolo che verrà ricoperta da quello che era il suo vice, Michel Temer e che da maggio scorso ha ricoperto il ruolo di presidente ad interim.

Temer, che a breve si insedierà come 37esimo presidente del Paese carioca, ha registrato un breve messaggio alla nazione in cui spiega e assicura che il suo “sarà un governo di pacificazione nazionale”. “Non ci sono né vincitori né vinti”, ha sottolineato nel suo messaggio con il quale si rivolge anche alla nuova opposizione, capeggiata dal Partito dei lavoratori di Dilma e Lula.

Nonostante il Senato brasiliano abbia deciso per la sua destituzione, per la Rousseff non è stata approvata l’interdizione dai pubblici uffici per otto anni. I voti a favore sono stati 42, 36 i contrari e 3 astenuti. Il quorum per l’approvazione era dei due terzi dei senatori, 54 su 81. Dilma risulta così ancora eleggibile.

Nella giornata di martedì, la Rousseff si era presentata in Senato dove aveva tenuto la sua arringa difensiva. “Tutti sanno che l’impeachment è un’ingiusta condanna a morte politica. Sono innocente”, aveva dichiarato Dilma di fronte ai Senatori prima di sottolineare la sua intenzione di non abdicare “ai principi di democrazia, di onestà e di giustizia per i quali ho lottato durante la dittatura, quando ho sofferto sulla mia carne la tortura e ho visto compagni e compagne violentati e assassinati. Lotto per la democrazia e la giustizia ma sento il sapore amaro dell’ingiustizia, come durante la dittatura. Le accuse contro di me sono un pretesto per un golpe costituzionale, si invoca ipocritamente la costituzione per legittimare un nuovo governo che non ha legittimazione popolare”.

 

 

Manuela Petrini: