Torna a parlare l’ex presidente del Brasile, Dilma Rousseff. E lo fa in una conferenza stampa a margine del Film Festival per i diritti umani di Ginevra, schierandosi a favore della candidatura del suo predecessore nel ruolo di capo di stato, Luiz Ignacio Lula da Silva, sostenendo come sia “fondamentale dargli l’opportunità di candidarsi per le elezioni del 2018″. Secondo Rousseff, salita al potere con le elezioni del 2014 e destituita, in via definitiva, dalla carica di presidente con voto del Senato il 31 agosto 2016, a seguito di un processo di impeachment, è necessario (ri)chiamare alla guida del Paese un “campione della democrazia” a fronte di “un attacco da parte di parassiti”, anche in virtù dei sondaggi che, come spiegato dal membro del Partito dei lavoratori, darebbero Lula come forte candidato alla vittoria.
Rousseff: “Lula in cima ai sondaggi”
“Lula – ha detto Rousseff – ha vissuto un periodo nel quale i media erano tutti contro di lui e ci sono stati tentativi di arrestarlo e metterlo in prigione”. Ma, nonostante questo, ha spiegato ancora, “egli continua a restare in cima a tutti i sondaggi di opinione”. Secondo quanto riportato, invece, le preferenze dell’attuale presidente, Michel Temer (vicepresidente sotto il governo Rousseff e il cui governo è stato definito “illegittimo”), si attestano attorno al 10%, stando a un sondaggio effettuato nel mese di febbraio. Una circostanza che consentirebbe a Lula non solo di concorrere alla presidenza, ma di avere una discreta possibilità di spuntarla alle elezioni del prossimo anno.
“Mai chiesto mazzette”
Ma a Ginevra, Dilma Rousseff ha parlato anche del percorso che ha portato al suo impeachment, ribadendo la sua posizione: “Non ho mai chiesto soldi sotto banco, fatemi vedere le prove”. “La prima mossa dell’attuale governo – ha detto rispondendo alle domande – è stata di congelare per venti anni i fondi per le spese per l’istruzione, la sanità, l’assistenza sociale, la scienza e la tecnologia, il tutto liberando spese finanziarie, compreso il pagamento degli interessi sul debito. Abbiamo un programma di case popolari – ‘La mia casa, la mia vita’ – per l’accesso dei poveri alla casa. Il programma di governo illegittimo di Michel Temer è ‘il mio castello, la mia vita’: si presta solo ai ricchi”.
Misure anti-povertà
L’ex presidente ha anche parlato delle misure adottate dal governo per la lotta alla povertà, tra cui la “Bolsa familia”, che ha concesso “a 33 milioni di persone di uscire da condizioni di estremo disagio, mettendo in primo piano il ruolo della donna e dei bambini, che ora sono registrati, devono andare a scuola e essere vaccinati”. Infine, una chiusura sulla corruzione: “Non credo che la corruzione in Brasile sia più alta che altrove. Sono le istituzioni che sono più fragili: l’impunità produce corruzione. Io non sono per uno stato di polizia, ma voglio istituzioni forti, che non possano essere lo strumento della politica”.