Non accenna a risolversi la complicata situazione nello stato brasiliano di Espirito Santo, che da oramai da una settimana è avvolto da una spirale di violenza dopo che gli agenti della polizia locale ha deciso di incrociare le braccia per protestare contro il ritardo e in alcuni casi anche il mancato pagamento dei salari e contro le condizioni precarie in cui devono svolgere il loro lavoro.
Oltre cento omicidi in 6 giorni
La situazione più preoccupante è a Vitoria, capitale dello Stato, dove in soli sei giorni sono stati accertati 101 omicidi, che si sommano alle razzie, esecuzioni sommarie e incendi. Scuole e negozi sono chiusi per la paura e le strade sembrano quelle di una città fantasma. Secondo le fonti locali, solo l’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale funziona a pieno titolo. Le bande criminali hanno assaltato oltre duecento negozi, cento case e tre centri commerciali. Tra le oltre cento vittime, anche il presidente del sindacato dei conduttori di Guarpari (Sintrovig), Walace Belmiro Fernaziari, ucciso a colpi di pistola. Inoltre il sindacato statale dei lavoratori del trasporto stradale ha deciso di sospendere la circolazione degli autobus del trasporto pubblico, dopo che alcune bande hanno minacciato gli autisti e dato fuoco a diversi automezzi.
Anche a Rio de Janeiro la polizia minaccia di scioperare
Imitando quanto sta accadendo a Santo Espirito, anche a Rio de Janeiro i familiari di agenti stanno formando dei picchetti davanti alle caserme per impedire l’uscita delle pattuglie, in segno di protesta contro il ritardo nel pagamento dei salari e le pessime condizioni di lavoro della categoria. I blocchi sono iniziati nelle prime ore della mattinata, ma ciò non ha impedito agli agenti effettuare il loro lavoro.