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Borisov vince le elezioni in Bulgaria, il Paese a rischio paralisi

Bojko Borisov vince le elezioni in Bulgaria, condannando il Paese all’instabilità politica: il suo Gerb ha ottenuto il 32,6% delle preferenze, seguito dal Partito socialista (BSP) al quale è andato il 15,2% dei voti e dal Partito della minoranza turca (DPS) con il 14,9%. Entrano in parlamento anche formazioni minoritarie che hanno superato lo sbarramento del 4%: il Blocco Riformista (centrodestra), il Fronte Patriottico (nazionalisti), Bulgaria Senza Censura (centrodestra), Ataka (ultranazionalisti) e ABV (centrosinistra).

Con così tanti piccoli partiti, il Parlamento bulgaro è a rischio paralisi: mentre i socialisti hanno subito una pesante sconfitta, al Gerb mancano almeno 30 seggi, per poter governare in modo stabile. Malgrado Borisov abbia detto il contrario durante la campagna elettorale, non è esclusa una grande coalizione con i socialisti: un’altra ipotesi è un governo di minoranza, con il Gerb appoggiato da altri gruppi di centrodestra come il Blocco Riformista, il Fronte Patriottico, o Bulgaria Senza Censura. Una soluzione rischiosa in ogni caso, anche perché lo stesso Borisov non è sicuro di riuscite a tenere insieme le istanze di tutti gli alleati per una legislatura intera.

All’esito non incoraggiante delle urne, si affianca la scarsa affluenza, che si attesta al 45%: la più bassa negli ultimi 25 anni. Il Paese dell’est Europa è più povero e corrotto dell’Unione: pervaso da proteste di massa, il popolo bulgaro si è recato a votare in anticipo ben due volte in soli due anni.

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