I nostri amici e partner europei devono comprendere che questo denaro – gli oltre 40 milioni di euro promessi dall’ormai ex leader dei conservatori inglesi Theresa May – resterà custodito qui fino a quando non avremo maggiore chiarezza sulla strada” che porterà alla Brexit. Boris Johonson, il favorito nella corsa come inquilino di Downing Street, sbatte i pugni sul tavolo: in una intervista comparsa ieri sulle colonne del Sunday Times, l’eccentrico ex sindaco di Londra ed ex capo del Foreign Office (il ministero degli Esteri inglese), rilancia la sua candidatura, puntando su un ruolo di garanzia per il rispetto del risultato del referendum sulla Brexit del 2016 e della separazione del suo Paese entro la data del prossimo 31 ottobre dai 27 paesi dell’Unione. In particolare, Johonson ha come obbiettivo quello di trovare un accordo migliore per quello che riguarda la dichiarazione allegati sulle relazioni future, visto che l’accordo di recesso con Bruxelles appare ormai blindato.
“Deal, o no deal”
Sul piano interno Johonson sta cercando di coagulare intorno a sé il consenso dell’elettorato moderato dei Tory conservatori e dell’establishment, giocando la carta del ruolo istituzionale che porterebbe a “un buon accordo, nel quale i quattrini sono un solvente eccellente e un ottimo lubrificante”, ha spiegatonell'intervista, sottolineando come occorra portare lontano l’elettorato dalla scelta “fra Scilla e Cariddi”, ossia fra la prospettiva di un ipotetico governo laburista ispirato al “messaggio marxista” di Jeremy Corbyn da un lato; e il populismo imputato dall'altro al nuovo Brexit Party di Nigel Farage, sempre più minaccioso, sondaggi e conteggi recenti delle urne alla mano, come concorrente a destra del Partito Conservatore.
Gli scandali
Intanto, sembra non trovare pace il prtito di BoJo -come viene chiamato in patria Johonson- che, nelle ultime ore è scosso da uno scandalo di droga. Michael Gove ex amico e alleato dell’ex ministro degli Esteri, ha confessato l’uso di sostanze. Come riporta il Messaggero di domenica 9 l’uomo ha ammesso di aver “preso cocaina, in più di un'occasione” e di esserne pentito. Una situazione resa ancora più imbarazzante da degli articoli dell’epoca in cui sul Times Gove chiedeva pene più severe per i consumatori di droga.