“Annunciamo la nostra fedeltà all’Isis e al Califfo al Baghdadi, al quale obbediremo in tempi difficili e in tempi di prosperità”, così si conclude il video ufficiale di adesione allo Stato Islamico da parte di Boko Haram. I segni di una particolare connessione tra i terroristi nigeriani e il Califfato sono evidenti da circa 18 mesi, scrive Rumini Callimachi sul New York Times: “Lo scorso anno Boko Haram aveva già annunciato il suo sostegno al ad Abu Bakr al Baghdadi, e aveva cominciato a usare per esempio la colonna sonora dello Stato Islamicco nei suoi video diffusi in internet.
Per il Califfato si tratta di una notizia che conferma la propria capacità di penetrazione ideologica nel mondo musulmano in un momento in cui in Iraq subisce il pesante attacco da parte di milizie sciite, ciò potrebbe rendere possibile a breve un congiungimento tra le cellule di Boko Haram e quelle di Isis che operano nel Sahara, in Mali e in Libia.”Non possiamo unire la Umma (la comunità delle nazioni arabe) se non col Califfato. Chiediamo a tutti i musulmani di unirsi a noi”, dice ancora Shekau, il leader della più violenta organizzazione jihadista nell’Africa sub sahariana, che nelle ultime 48 ore ha ucciso almeno 60 cristiani nel Nord della Nigeria
Ferma la reazione del presidente della Ue, Donald Tusk: “L’Unione europea – ha detto – non si farà intimidire dal terrorismo, in patria o all’estero. Resteremo fermi a sostegno del Mali e della sua gente”. Sulla stessa linea l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini. Per il Segretario di Stato americano John Kerry, in visita in Francia, tali atti non intimidiscono, ma hanno “l’effetto esattamente opposto”.
Si stima che Boko Haram sia formato circa 6mila miliziani, finora è il gruppo più grande e numeroso ad avere giurato fedeltà all’Isis ed opera soprattutto nel nord-est della Nigeria, anche se nelle ultime settimane ha compiuto attacchi molto violenti in Ciad, in Niger e in Camerun. L’Isis non ha ancora risposto: la conferma, se dovesse arrivare, sarà probabilmente affidata a una dichiarazione del portavoce del gruppo. Aaron Zelin, analista del Washington Institute ed esperto di terrorismo e jihad, ha detto: “È piuttosto chiaro che dalla fine di gennaio l’Isis ha un certo livello di connessione con Boko Haram. La questione chiave ora è se l’Isis manderà alcuni suoi miliziani dalla Siria o Iraq, oppure anche dalla Libia, fino al nord della Nigeria per aiutare il gruppo nelle sue operazioni militari, oppure tramite altri metodi, o in termini di attività di governance”.