Non sarà a breve il ritorno nei cieli dei 737 Max di Boeing. I velivoli, protagonisti di due gravissimi incidenti nei mesi scorsi, saranno infatti tenuti a terra ancora per diverso tempo, costringendo l'azienda a sospenderne la produzione. Da gennaio, come annunciato, partirà ufficialmente lo stop agli aerei che, tra il 2018 e il 2019, facevano parte della flotta sia della Lion Air che della Ethiopian Airlines: entrambe le compagnie sono state, loro malgrado, coinvolte nei due schianti avvenuti rispettivamente il 29 ottobre 2018 e il 10 marzo 2019, i quali hanno provocato rispettivamente 346 vittime, 302 nel solo incidente di Addis Abeba del 737 Max della compagnia africana. Nonostante siano a terra ormai da aprile scorso, Boeing ha continuato a produrre 40 aerei al mese di tale modello, parallelamente alla ricerca della causa dei due disastri. Ora però, visto il perdurare dello stallo, il colosso dei trasporti aerei si vede costretto a una misura ben più drastica, decidendo per un taglio (momentaneo) alla produzione dal momento che, come spiegato, “il ritorno in servizio del 737 Max in sicurezza resta la nostra priorità”.
Voli a terra
Un annuncio che si è immediatamente tradotto nel crollo verticale dei titoli Boeing a Wall Street (che chiudono in perdita dell'1% nonostante la giornata positiva della borsa di New York) ma, ancor più concretamente, significherà una battuta d'arresto importante anche se, almeno per il momento, non dovrebbe riguardare tagli alla forza lavoro. Va da sè che l'ulteriore ritardo accumulato nel riportare nei cieli il 737 Max abbia causato altrettanto importanti problematiche, di costi (5,6 miliardi di utile in meno) e di reputazione, all'intera azienda che, se inizialmente sperava in una rapida ripresa del servizio, si ritrova ora a fare i conti con un'intera flotta di velivoli costretti a terra, senza contare gli impegni presi con le varie compagnie aeree per la fornitura dei 737. Al momento, sono circa 400 gli aerei in deposito: “Riteniamo che questa decisione – ha spiegato ancora Boeing – sia meno dirompente per mantenere il sistema di produzione a lungo termine e la salute della catena di approvvigionamento”. In sostanza, pur proseguendo la sua produzione (salvando così i posti di lavoro) la società non ha potuto consegnare gli aerei prodotti come invece sperava di fare entro la fine dell'anno, a causa dell'assenza della certificazione necessaria per far volare gli aerei già ultimati. Se ne riparlerà nel 2020 anche se, ora come ora, non c'è spazio per pronostici.