Non si uniformerà alla tendenza generale la Federal aviation authority (Faa), dalla quale è arrivato l'annuncio che non si procederà, negli Stati Uniti, alla sospensione dei Boeing 737 Max. Una mossa che invece è stata messa in pratica a ripetizione in quasi tutto il mondo, con diverse compagnie aeree pronte a mettere da parte gli aerei della propria flotta appartenenti allo stesso modello del volo della Ethiopian Airlines precipitato nei giorni scorsi ad Addis Abeba uccidendo tutte le 157 persone a bordo, in attesa di un controllo approfondito. Circostanza che ha spinto molti grandi Paesi a optare per la sospensione, dall'Australia al Regno Unito, passando anche per l'Italia. Quasi ovunque tranne che negli Usa, dai quali si era puntato fortemente sulla revisione del software, annunciata nelle scorse ore.
La richiesta di sospensione
Secondo quanto riferito dalla Faa statunitense, nonostante le pressioni di sindacati e politici, “nessuna problematica sistematica di prestazioni” era stata riscontrata e, per questo, non sussistevano le basi per lasciare a terra gli aerei. Una decisione, quella di lasciare attivi i Boeing 737 Max, laddove quasi tutti gli altri hanno deciso di bloccarli per evitare problemi, che non ha incontrato però pareri unanimi: a intervenire sulla questione è stato il senatore texano Ted Cruz, secondo il quale “sarebbe prudente anche per gli Stati Uniti mettere a terra temporaneamente i 737 Max fino a quando la Faa non confermerà la sicurezza di questi aerei e dei loro passeggeri”. E anche altre voci si sono levate in favore di uno stop perlomeno provvisorio, fra le quali quella della candidata democratica Elizabeth Warren, secondo cui gli Stati Uniti, e nello specifico la Faa, “dovrebbe seguire immediatamente il comando di altre nazioni “e” far uscire questi aerei dal cielo”.
Pressioni dei sindacati
Intanto, però, dalla Federal aviation authority continuano a non arrivare misure definitive, proseguendo nella linea difforme rispetto all'Europa. Questo perché, spiegano dalla Faa, non sono stati tuttora forniti dall'aviazione civile dati sufficienti a disporre lo stop dei 737 Max 8, andando perciò in antitesi anche rispetto alla richiesta avanzata dai lavoratori delle compagnie aeree, i quali si erano espressi attraverso il sindacato Cwa affinché fosse messa temporaneamente a terra la flotta dei velivoli in questione. Intanto, vista la situazione attuale, Southwest Airlines e American Airlines – entrambi i principali operatori del Boeing 737 Max – continuano a utilizzare regolarmente gli aerei.