Succede di tutto a Londra, dove alla bocciatura del piano May è seguita quella del no deal. Per poco, soli 4 voti (312 a 308), decisivi però per rendere ancora più incerto lo scenario della Brexit. In pratica, così come l'ha proposta la premier l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue non si farà, ma non si farà nemmeno l'uscita senza accordo, circostanza che invece appariva abbastanza fattibile visto il k.o. numero due rimediato da May e qualche sentore che, in fin dei conti, il no deal sarebbe potuto risultare meno devastante del previsto. Invece a Westminster le idee non sono ancora chiare: la mozione, modificata da un emendamento, è passata rendendo tutto complicato e, ora come ora, largamente aperto a tutte le possibilità. Fondamentale sarà capire di quanta fiducia goda ancora la premier e se, eventualmente, una dilazione dei tempi potrà essere utile.
Verso l'articolo 50
Dalle due votazioni è emerso sostanzialmente che il Regno Unito non vuole uscire dall'Unione europea senza accordo ma, al tempo stesso, che nessun accordo è finora andato bene. Nè il primo, bocciato, e nemmeno il secondo, stroncato nettamente nonostante la revisione last minute dell'accordo sul backstop, il quale non aveva comunque lasciato tranquilli i falchi della Brexit né i nordirlandesi del Dup, vero ago della bilancia. La premier May è stata chiara, di nuovo: “Senza accordo si rischiano conseguenze gravi, di cui bisogna tenere conto”. A questo punto, il ricorso all'articolo 50, quello che permetterebbe di allungare i tempi, sembra la soluzione più logica. Più tempo non tanto per trattare con l'Ue, visto il muro alzato da Juncker e Barnier (chiari sul punto che le concessioni di Bruxelles si fermeranno qui), quanto per convincere il resto del Parlamento che per perseguire l'obiettivo dell'uscita con deal, da qualche parte bisognerà concedere qualcosa. Va detto, però, che a maggio ci saranno le europee e una trattativa troppo prolungata andrebbe inevitabilmente a influire sulla Brexit. Corbyn, nel frattempo, valuta il prolungamento come la migliore soluzione, precisando che i laburisti presenteranno una nuova bozza di accordo votabile dal Parlamento. Al quale, per il leader lab, dovrebbero andare le redini delle trattative.