Resterà in carcere, almeno per ora, Luiz Inacio Lula da Silva, ex presidente del Brasile e destinatario di una condanna a 12 anni per corruzione (ridotti a 8 ad aprile). Una sentenza che potrebbe essere clamorosamente rivista dopo le rivelazioni che dimostrerebbero la mancata imparzialità del giudice Sergio Moro, colui che lo aveva condannato nell'ambito del Lava Jato e che, ora, ricopre la carica di ministro della Giustizia del governo di Jair Bolsonaro. Afronte dell'immediato ricorso presentato dai suoi legali e della proposta avanzata da uno dei membri del Tribunale supremo federale (Stf), però, l'ex presidente trascorrerà comunque in carcere il tempo necessario a chiarire ogni lato oscuro della vicenda.
Le rivelazioni
La questione non verrà ripresa prima della fine dell'estate, perlomeno fino all'1 agosto, giorno in cui si chiuderà il periodo di stop da parte del Tribunale. A meno di clamorose novità, comunque, la sensazione è gli appforondimenti chiesti dai legali di Lula si svolgeranno con l'ex numero uno di Planalto ancora in stato di detenzione. E l'analisi del materiale fin qui raccolto potrebbe richiedere diverso tempo, da un lato per la mole di documenti presentati a supporto della tesi complottista (quasi tutte registrazioni, intercettazioni e fotografie attribuite al sito web “The Intercepter”) sia per la gravità della questione che, in un certo modo, potrebbe significare (al netto di tutti gli approfondimenti da svolgere) una revisione drastica delle motivazioni che hanno portato Lula dalla presidenza al carcere.
I documenti
Al momento, pur di misura, la decisione del Tribunale è di far rimanere l'ex presidente dove si trova. Ma, certamente, la divulgazione del materiale da parte di Intercepter scombina radicalmente le carte in tavola, attribuendo all'attuale ministro della Giustizia dei “comportamenti non etici e inganni sistematici” nel corso dell'indagine sul Lava Jato. Il tutto, pare, mentre affermava privatamente con altri magistrati di avere “dubbi circa gli indizi per stabilire la colpevolezza di Lula”. Sulla questione andrà scavato a fondo: la sensazione strisciante avanzata dai sostenitori (ma non solo) è che il tutto abbia avuto lo scopo di far fuori l'ex presidente dalla corsa elettorale.