Almeno 8 persone hanno perso la vita durante un'operazione anti-crimine della polizia brasiliana nella favela di Rocinha, la più grande di Rio de Janeiro. A riferirlo è la stessa polizia militare carioca, sottolineando che nella zona sono molto frequenti gli scontri tra bande rivali per il controllo della droga.
Vendetta?
Giovedì scorso, sempre nella favela di Rocinha, situata su una collina che domina i quartieri ricchi della zona meridionale di Rio, si è verificato un altro scontro a fuoco durante il quale sono morte due persone: un uomo di 70 anni raggiunto da un proiettile vagante e un poliziotto del Bope. Alcuni media dello stato carioca hanno ipotizzato che l'operazione anti-crimine in realtà sia stata una rappresaglia – con l'esecuzione a freddo di persone innocenti – per l'assassinio dell'agente del Bope.
Rocinha
Sono circa 100.000 le persone che vivono – spesso in condizioni di miseria e povertà – all'interno della favela di Rocinha, situata a poche centinaia di metri da spiagge di fama internazionale come quella di Leblon. Circa sei mesi fa, la polizia militare aveva occupato la favela per un periodo, ristabilendo l'ordine dopo settimane di sanguinose faide tra gang rivali.
Il decreto anti violenza di Temer
Gli agenti del Bope hanno potuto occupare la favela autorizzati da un decreto, firmato dal presidente Michel Temer, che affida ai militari il comando delle operazioni contro la violenza legata alla criminalità organizzata. Misura considerata da molti controversa e senza precedenti da quando, nel 1985, fu ripristinata la democrazia in Brasile. La polizia di Rio, infatti, si è fatta una nomea di spregiudicatezza e violenza ed è spesso accusata di impiegare metodi da “squadroni della morte”.