Sono 153 i cittadini cinesi che sono stati condannati all’ergastolo da un tribunale della Birmania settentrionale. L’accusa è quella di aver violato una legge contro la distruzione delle proprietà pubbliche. Lo ha riferito l’avvocato U Khin Maung dell’ambasciata cinese in Birmania, precisando che l’ergastolo nel Paese equivale a 20 anni di carcere.
I 153 condannati dalla Corte distrettuale di Myitkyina fanno parte di un gruppo di 155 boscaioli cinesi arrestati per avere violato la legge del 1963 che prevede sentenze da 10 anni all’ergastolo per chiunque rubi o compia uso improprio di proprietà pubbliche. Gli altri condannati sono due minori, a cui sono stati inflitti 10 anni per gli stessi reati degli altri. Fra i cinesi condannati all’ergastolo c’è una donna a cui sono stati imposti anche 15 anni per possesso di droga.
A loro difesa, i boscaioli cinesi hanno dichiarato di essere stati indotti con l’inganno a tagliare alberi in Birmania. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu kang, ha dichiarato che Pechino è molto preoccupata per il verdetto e ha chiesto alla Birmania di prendere sul serio le sue preoccupazioni e gestire in modo adeguato il caso prendendo in considerazione ogni fattore. I 155 cinesi sono stati arrestati nel corso di retate contro il disboscamento illegale iniziate il 4 gennaio nello Stato i Kachin. I condannati hanno facoltà fare ricorso in appello, hanno fatto sapere i loro avvocati.