Nel marzo scorso era giunta alla Casa Bianca una petizione con migliaia di firme direttamente dal Sudafrica, che chiedeva al presidente Donald Trump di “prendere i provvedimenti necessari per avviare un piano di immigrazione di emergenza che consenta ai boeri bianchi di venire negli Stati Uniti”. I boeri (il termine con cui vengono indicati i discendenti degli olandesi in Sudafrica) denunciano infatti da anni di essere vittime di assalti nelle loro proprietà agricole. Alcune stime diffuse da organizzazioni di boeri parlano di 72 omicidi di contadini bianchi in oltre 340 attacchi nelle fattorie. Come se non bastasse, ad alimentare le preoccupazioni degli agricoltori sudafricani la decisione presidente Cyril Ramaphosa di modificare la Costituzione per consentire l’avvio del processo di espropriazione dei terreni di proprietà dei bianchi senza compensazione. Un modo, secondo i fautori di questa misura, per riparare ai danni dell'apartheid. Ancora oggi, diciotto anni dopo la fine di quel regime, i bianchi (l'8 per cento della popolazione) possiedono il 72 per cento delle fattorie.
L'intervento di Trump
Ora, dopo diversi mesi dalla missiva giunta negli Stati Uniti, il presidente Trump è intervenuto sulla questione attraverso un tweet, nel quale facendo riferimento a un servizio dell'emittente FoxNews, scrive che “il governo sudafricano sta sequestrando la terra agli agricoltori bianchi”. E ancora: “Ho chiesto al segretario di stato, Mike Pompeo, di studiare attentamente gli espropri dei terreni e delle fattorie e gli omicidi su larga scala di agricoltori”. Immediata la reazione del governo sudafricano. La presidenza, ha fatto sapere il portavoce di Ramaphosa, come riporta AgenziaNova, “ha notato il tweet di Trump, che è male informato a nostro avviso. Affronteremo la questione attraverso i canali diplomatici”. Poi, sempre in un tweet, il presidente del Sudafrica ha “respinto totalmente questa percezione ristretta che punta solo a dividere la nostra nazione e ci ricorda il nostro passato coloniale“. “Il Sudafrica accelererà il percorso della riforma della terra in un modo attento ed inclusivo che non divida la nostra nazione”, ha aggiunto l'esecutivo.
Bianchi sudafricani in Russia
Chi è già intervenuto concretamente in soccorso degli agricoltori bianchi del Sudafrica è Vladimir Putin. A giugno la Russia ha avviato contatti con le comunità bianche del Paese ex coloniale per sancire un accordo di accoglienza nella regione meridionale russa di Stavropol, una zona dal clima temperato e dunque ricca di terreni che aspettano soltanto di essere coltivati. I bianchi che intendono fuggire dal Sudafrica garantirebbero al Paese ospitante di arrivare con 100-150 mila dollari in tasca, un gruzzolo sufficiente a non pesare sulle casse statali. I primi profughi sudafricani sono già sbarcati in Russia e l'esperimento potrebbe essere bissato nei distretti di Rostov sul Don e di Krasnodar e in Crimea.
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