“Il governo tedesco ritiene l'uscita degli Usa dall'Unesco deplorevole: così si dà un segnale sbagliato”. A dirlo è portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert che ha sottolineato “l'importanza del ruolo della cultura in tempi di crisi globale”.
Il ministero degli Esteri dell'Anp, invece, si è detto rammaricato per per la decisione, che è “altamente politica in un ente che intende limitare lo scopo del suo operato sulle questioni culturali, dell'istruzione e del patrimonio culturale”. Del resto Washington ha motivato la sua decisione con le recenti tensioni sull'ingresso della Palestina nell'organizzazione internazionale che tutela il patrimonio culturale mondiale.
L'uscita degli Stati Uniti sarà effettiva dalla fine del 2018 e gli Usa resteranno osservatori. La scelta – riferisce il dipartimento di Stato – “non è stata presa con leggerezza e riflette le preoccupazioni americane per i crescenti arretrati” da versare “all'Unesco, la necessità di riforme fondamentali dell'organizzazione e la prosecuzione del pregiudizio anti Israele all'Unesco”.
Anche lo Stato ebraico si appresta a salutare l'organismo dell'Onu. Il premier Benjamin Netanyhau, che è anche ministro degli Affari esteri, ha dato istruzioni di “preparare l'uscita di Israele dall'Unesco in parallelo con gli Usa“.
I rapporti tra Tel Aviv e Parigi (dove ha sede l'organizzazione) sono peggiorati nettamente negli ultimi mesi. In particolare per la vicenda legata alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, con la risoluzione Unesco che ha negato il rapporto tra l'ebraismo e il luogo sacro.
Intano proseguono le votazioni per la nomina del nuovo direttore generale. L'ultimo round sarà tra il candidato del Qatar, Hamad bin Abdulaziz Al Kuwari, e quella francese, Audrey Azoulay. A quanto si apprende, nel voto eliminatorio, Azoulay si è infatti piazzata davanti alla candidata egiziana Moushira Khattab (con 31 voti contro 25) e passa quindi alla sfida finale contro candidato di Doha. Non mancano, però, le polemiche. L'Egitto, ha infatti, chiesto ufficialmente un'inchiesta per le presunte “irregolarità” nel voto che avrebbero portato all'esclusione della candidata del Cairo, Moushira Khattab.