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Bce: tassi bassi ancora a lungo e “Quantitative easing” oltre il 2017

Buone notizie sul fronte economico. I tassi d’interesse nell’Eurozona, infatti, resteranno ai livelli attuali, o inferiori, “per un prolungato periodo di tempo”, ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività. Lo assicura la Bce (la Banca Centrale Europea) che aggiunge: il Quantitative easing – vale a dire l’acquisto di debito da parte della stessa Banca – continuerà “sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario”.

Questo, nonostante la riduzione degli acquisti di asset da 80 a 60 miliardi a partire dal prossimo mese di aprile. Contestualmente agli acquisti netti, si legge nel documento dell’istituto presieduto da Mario Draghi, il capitale rimborsato sui titoli giunti a scadenza – acquistati nel quadro del programma di acquisto di attività – sarà reinvestito. La decisione è stata pubblicata nel Bollettino economico e allontana i timori di una stretta con l’inflazione nell’Eurozona risalita all’1,8%.

“Di recente l’inflazione complessiva è aumentata, in larga misura sulla scorta di effetti base dei prezzi dell’energia, ma le pressioni sull’inflazione di fondo restano contenute”. La Bce nota che l’inflazione al netto di alimentari ed energia, 0,9% a dicembre per l’Eurozona, “non ha evidenziato segnali convincenti di una tendenza al rialzo“. In questo iniziale 2017, sembrerebbe prendere slancio anche la crescita economica della zona euro, trainata principalmente dalla domanda interna, dalla quale ci si attende un suo ulteriore consolidamento.

“La trasmissione delle misure di politica monetaria della Bce sostiene la domanda interna e facilita il processo di riduzione della leva finanziaria in atto. Le condizioni finanziarie molto favorevoli e il miglioramento della redditività delle imprese – si legge nel bollettino – continuano a promuovere la ripresa degli investimenti. In aggiunta, i durevoli incrementi dell’occupazione, che beneficiano anche delle passate riforme strutturali, forniscono sostegno ai consumi privati attraverso l’aumento del reddito disponibile reale delle famiglie. Al tempo stesso, vi sono segnali di un certo rafforzamento della ripresa mondiale”.

Emergono, al tempo stesso, anche motivi di preoccupazione. I rischi per le prospettive di crescita nell’area euro restano infatti orientati al ribasso a causa principalmente di fattori mondiali. A pesare sono la Brexit e il protezionismo di Trump: “I rischi al ribasso per le prospettive degli investimenti delle aziende riguardano fattori geopolitici, ivi comprese le incertezze legate all’uscita del Regno Unito dall’Ue e le politiche commerciali degli Stati Uniti”, conclude la Bce.

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