La crescita in Eurozona è più forte del previsto e si sta allargando grazie alla domanda interna. Lo scrive la Banca centrale europea (Bce) nel suo bollettino mensile.
Mercato interno in ripresa
La ripresa, si legge nel bollettino, “è particolarmente evidente nei mercati del lavoro dell’area dell’euro, malgrado la persistente considerevole capacità produttiva inutilizzata”. Nonostante la piaga della disoccupazione, mai superata del tutto, cresce “il reddito reale disponibile delle famiglie”, progredisce “la spesa per consumi”, migliorano pure “le condizioni del credito bancario”. Prosegue inoltre la “graduale ripresa” degli investimenti delle imprese, incentivate a “modernizzare lo stock di capitale dopo vari anni di investimenti contenuti”. Un altro passo fuori dalla crisi, dunque.
I rischi: Trump e Brexit
“I rischi per le prospettive di crescita sono ora sostanzialmente bilanciati”, scrive Francoforte nel bollettino, aggiungendo che “in tale contesto, è sempre più ridotta la probabilità che si verifichino scenari avversi per le prospettive della stabilità dei prezzi, in particolare per effetto dell’attenuazione dei rischi di spinte deflazionistiche”.
Ma la Bce avverte che esistono comunque nodi (economici) irrisolti che potrebbero ancora creare problemi: si tratta nello specifico del protezionismo minacciato da Trump, dal processo di riforma e liberalizzazione promosso dalla Cina, dalla Brexit ancora tutta ancora da definire e dal debito pubblico, in calo ma ancora minaccioso, tanto da esporre alcuni paesi dell’Eurozona con un forte indebitamento – come l’Italia – a “choc”.
Per tali motivi, avverte l’Eurotower, “ulteriori sforzi di risanamento sono indispensabili per quei paesi particolarmente vulnerabili di fronte a nuovi episodi di instabilità nei mercati finanziari o a un rapido aumento dei tassi di interesse”.