Siamo a tre settimane e mezzo dal Consiglio europeo e a pochi mesi dall'autunno, quando dovremo fare un accordo con il Regno Unito. Sono preoccupato, perché il tempo passa e ne abbiamo poco”. Lo ha detto il capo negoziatore Ue per Brexit, Michel Barnier, che ha partecipato al Consiglio Affari generali a Bruxelles per informare i Paesi membri dello stato delle trattative con Londra.
Strada lunga
Riferendosi alla gestione del periodo di transizione, Barnier ha confermato che “restano delle importanti divergenze con il Regno Unito su quello che intendiamo per transizione: le condizioni, la dimensione, la durata” stessa del periodo transitorio. Divisioni, ha confermato Barnier, che riguardano anche i diritti dei cittadini.
Divergenze
“I britannici vogliono fare una differenza tra i cittadini arrivati prima la data del ritiro e quelli che arrivano durante il periodo transizione. E' chiaro che la libertà di circolazione delle persone deve essere mantenuta”, ha detto il capo-negoziatore Ue. Altro elemento di probabile controversia con Londra, il testo legale proposto dall'Ue conterrà l'obbligo per il Regno Unito di mantenere un allineamento normativo tra Irlanda e Irlanda del Nord per evitare il ritorno della frontiera fisica. “E' nostra responsabilità preservare il mercato unico e l'accordo del Venerdì Santo, rendendo operativo il backstop” (la clausola di salvaguardia concordata con Londra a dicembre se non si troveranno altre soluzioni, ndr), ha sottolineato Barnier: “non possiamo lasciare in sospeso la questione irlandese”.
La bozza
In generale, ha spiegato, “resto sulla mia valutazione di tre settimane fa – ha ripetuto – viste queste divergenze oggettivamente direi che la transizione non è già un dato di fatto acquisito. Ne discuterò con David Davis e gli chiederò che si vada avanti sul piano politico e si progredisca insieme su queste regole”. Barnier ha illustrato il progetto di testo sull'accordo di recesso della Gran Bretagna dalla Ue che il collegio dei commissari discuterà e adotterà oggi. Un testo di 168 articoli che traduce in termini giuridici l'accordo politico raggiunto a dicembre con Londra.