Il “Piano B” elaborato dal Regno Unito per prendere tempo sulla “questione irlandese” mantenendo Londra dentro l'unione doganale almeno sino al 2021 (evitando così il ritorno di una frontiera fisica tra il Nord e il Sud dell'”isola di smeraldo”) è stato bocciato dal capo negoziatore Ue, Michel Barnier.
La posizione britannica
All'esponente di Bruxelles ha replicato a stretto giro la Gran Bretagna, ribandendo che non accetterà mai un confine doganale tra l'Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito: “Ci impegniamo a mantenere l'integrità del nostro mercato interno e questa posizione non cambierà”, fa sapere Downing street, aggiungendo che “Barnier ha confermato oggi che le discussioni sulla nostra proposta proseguiranno“.
Il “no” di Barnier
Sulla proposta di “backstop” (soluzione di garanzia, ndr) avanzata da Londra sono necessarie “ulteriori discussioni“, ha detto Barnier, respingendo in particolare la natura “temporanea” della soluzione avanzata da Londra e la richiesta di includere tutto il Regno Unito in un'unione doganale con l'Ue. Con il documento presentato ieri sulla questione irlandese, il governo May sperava di sbloccare lo stallo per permettere al Vertice europeo del 28 e 29 maggio di constatare progressi nei negoziati e chiudere le trattative entro ottobre.
Il tempo stringe
Secondo Barnier, oltre all'Irlanda ci sono altri quattro punti dove prevalgono divergenze o servono ulteriori discussioni: la governance dell'accordo di ritiro (in particolare la competenza della Corte di giustizia dell'Ue), la protezione dei dati personali dei cittadini Ue, le indicazioni geografiche protette e le procedure di infrazione del Regno Unito in corso. “Il momento in cui siamo oggi è quello delle decisioni e delle scelte”, ha avvertito Barnier. “Il tempo pressa. Tra meno di 10 mesi il Regno Unito lascia l'Ue come ha voluto. Dobbiamo concludere questo accordo sul ritiro ordinato in autunno, tra pochi mesi, per preservare il tempo necessario a entrambe le parti per le ratifiche”, ha spiegato Barnier: “siamo pronti a intensificare il ritmo dei nostri incontri e dei nostri negoziati“.