Migliaia di persone sono scese per le strade di Barcellona in una nuova manifestazione per chiedere l’indipendenza della Catalogna. La protesta di ieri, in particolare, ha preso di mira le denunce del governo di Madrid a diversi politici catalani per aver organizzato un referendum sulla secessione nel 2104. Tra questi, l’ex presidente della regione Artur Mas e l’attuale presidente del parlamento catalano (Parlament) Carme Forcadell che erano presenti alla manifestazione.
Lunedì 24 ottobre è stato ammesso dal Tribunale superiore di giustizia della Catalogna (Tsjc) il procedimento contro la Forcadell per disobbedienza e prevaricazione. La sua colpa sarebbe stata quella di aver autorizzato i lavori del Parlament nel giorno in cui è stato approvato il documento programmatico che segna la via dell’indipendenza. La pena prevista in caso di condanna non è il carcere, ma l’inabilitazione dal suo mandato politico. Artur Mas, ex presidente del governo catalano, è anch’egli accusato di disobbedienza e prevaricazione per aver celebrato la “consulta” popolare del 9 novembre 2014: una specie di referendum, ma non vincolante.
Lo scorso 26 ottobre la Forcadell, all’indomani della notizia del procedimento a suo carico, aveva sfidato Madrid dichiarando di escludere una sua possibile inabilitazione. Forte del consenso popolare, aveva detto: “Chi nomina o destituisce il presidente di un parlamento sono i suoi deputati, non un tribunale. Sarebbe un precedente molto grave in uno stato di diritto. La Spagna, se vuole difendere la sua immagine democratica internazionale, non può correre il rischio di creare un simile scandalo”.
Dovremo attendere i prossimi mesi per vedere come si evolverà la situazione. Nel frattempo l’iter per il referendum va avanti. La novità è che il responso popolare dovrebbe avere valore vincolante; ma non è chiaro il “come”, considerando che il governo di Madrid non pare minimamente intenzionato ad accettarne la validità.