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Autobomba uccide 14 persone: al-Shabaab rivendica

E'stato un nuovo pomeriggio di sangue a Mogadiscio, capitale della Somalia, sconvolta da un nuovo attentato rivendicato dal movimento fondamentalista islamico di Al-Shabaab: 14 morti e 10 feriti il bilancio provvisorio dell'ennesimo attacco terroristico messo in atto nella città dove, non più tardi di 5 mesi fa, un camion bomba aveva trucidato 512 persone, il bilancio di vittime più grave mai registrato dopo un'azione del gruppo estremista sunnita. L'attentato odierno è avvenuto nei pressi dell'Hotel Weheliye, situato nella caotica e centralissima via di Makka Almukarramah, la stessa dove era stata compiuta la strage di ottobre: l'autobomba è deflagrata nelle vicinanze della struttura ricettiva che, solitamente, è destinata a ospitare funzionari governativi, membri dell'esercito e uomini dell'intelligence somala.

Secondo attentato

L’esplosione è avvenuta in un orario di punta, con grande concentrazione di traffico e, secondo fonti locali, alcuni testimoni avrebbero riferito che “gran parte delle vittime erano persone che stavano passeggiando o prendendo il tè”, ripartite fra passanti e negozianti. Non è peraltro la prima volta che l’hotel viene preso di mira dai terroristi di Al-Shabaab, essendo già stato colpito da un attentato nel 2015. L'attacco nella centrale Makka Almukarramah segue a quello messo in atto nel febbraio scorso, quando una duplice esplosione aveva lasciato a terra 38 persone, inaugurando l'ennesimo anno di sangue per il popolo somalo.

La situazione somala

Il gruppo di Al-Shabaab, cellula terrorista somala riconosciuta come affiliata ad Al Qaeda da ormai 6 anni, ha come obiettivo l'imposizione della sharia come legge dello Stato ma, assieme a questo, anche la cacciata di tutti i contingenti militari stranieri dal territorio. Un operato che, unito ai postumi della guerra civile del 1991 e della gravissima carestia che ha investito il Paese negli ultimi anni, contribuisce a rendere la Somalia uno degli Stati africani in maggiore difficoltà, tra disagi nella raccolta delle materie prime e siccità estrema che ha portato a una grave moria del bestiame negli ultimi mesi.

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