Il ministro dell'Interno austriaco, Herbert Kickl, ha mantenuto la promessa e predisposto lo schieramento di una task-force di 600 uomini al confine del Paese: i poliziotti saranno incaricati dei controlli in accesso in Austria e, secondo quanto riferito, entreranno in azione gradualmente dopo la conclusione delle fasi preliminari dell'operazione, la cui conclusione è prevista per la metà del 2018. Fra gli agenti che saranno distaccati fra quelli attualmente in servizio, coloro impegnati nelle attività di controllo per le strade e sui treni. Come annunciato all'agenzia Apa dal segretario generale del Ministero degli Esteri, Peter Goldgruber, si tratta di un “cambio di passo” che garantirà controlli di frontiera “più veloci ed efficaci”.
Situazione tranquilla
Inizia dunque a prendere forma l'atteggiamento “duro” annunciato in campagna elettorale dalla coalizione fra popolari e ultradestra anche se, già in passato, i governi austriaci avevano optato per soluzioni simili in zona di confine. Un dispiego di forze, quello deciso dalle autorità di Vienna, in realtà poco supportato dai numeri che, attualmente, vedono la frontiera alpina piuttosto stabile dal punto di vista degli ingressi clandestini nel Paese (non più di una decina al mese). Nonostante questo, il programma dell'operazione prevederà, se necessario, l'allestimento di container e l'innalzamento di recinzioni (già predisposte) per garantire, nell'arco di 48 ore, controlli ancor più serrati.
Kickl: “Non si ripeterà la situazione del 2015”
“Al Brennero abbiamo già un monitoraggio efficace, che funziona bene – ha spiegato il ministro dell'Interno Kickl -. Ciò che certamente non può accadere è che si ripeta un anno come il 2015. Quindi ho dato ordine di costruire un'unità di guardia di frontiera. L'obiettivo è poter garantire nel giro di poche ore al confine una gestione ordinata della frontiera”. In sostanza, la task-force avrà il compito di monitorare il transito al Brennero e, in caso, di agire per “mettere in sicurezza il valico ed effettuare controlli di identità sul posto. Non ci sarà più nessun 'lasciar passare'”. Già nel 2016 era stato programmato un check point per il controllo di tutti i mezzi in transito in prossimità della frontiera, il quale prevedeva anche l'uso di mezzi blindati. Uno scenario rimasto perlopiù irrealizzato, con l'allestimento di un punto di controllo molto meno ingombrante e senza il supporto di autoblindo.