E'partito ufficialmente l'election-day in Australia, dove 16,4 milioni di cittadini sono chiamati a scegliere il nuovo leader nazionale. Una corsa importante, che andrà a determinare quale corrente politica seguirà il Paese dopo nove mesi di transizione, con il governo guidato dal premier Scott Morrison che, nell'agosto 2018, aveva sostituito lo sfiduciato Malcolm Turnbull che, a sua volta, aveva pagato la sua politica altalenante soprattutto sulla questione del cambiamento climatico (oltre che la spinosa vicenda che ha portato alle dimissioni del ministro Barnaby Joyce). Ridurre le emissioni di gas serra è stata una prerogativa della campagna elettorale del Partito laburista e del suo leader, Bill Shorten, dato dagli ultimi sondaggi in leggero vantaggio sugli avverarsi, nello specifico la coalizione dei conservatori, capitanata dal Partito liberale.
Partita equilibrata
A proposito dei liberali, i numeri non sembrano a favore di Scott Morrison che, nel caso non fosse rieletto, sarebbe uno dei premier ad aver ricoperto l'incarico per il minor lasso di tempo, in ben 118 anni di storia della Federazione australiana (del resto, è dal 2007 che un premier non conclude tutti i tre anni previsti dal suo mandato). Di rimando, Morrison è stato addirittura il terzo primo ministro conservatore da quando questo, nel 2013, prese il comando del governo per la prima volta. A controbilanciare il passo indietro nei sondaggi, potrebbe essere la politica intrapresa da Morrison per arginare l'immigrazione in Australia ma anche il suo passato da ministro del Tesoro, carica durante la quale fu apprezzato per la buona gestione dell'economia del Paese. Da parte sua, Shorten si presenta alla guida dei partiti di opposizione con davanti l'ardua sfida di mettere il punto a una leadership conservatrice che dura ormai da sei anni, forte di una papabile squadra di governo che punta a far leva sul sentimento incerto degli australiani, reduci da un periodo di forte instabilità politica.
Il predecessore
A caricare di responsabilità i candidati al governo d'Australia contribuirà inevitabilmente anche la scomparsa, appena un giorno fa, dell'ex primo ministro Bob Hawke, in carica dal 1983 al 1991 e capostipite della politica pro-green nel Paese. Apprezzato per il suo lavoro che, sul finire del mandato, fu soppiantato dall'emergente ministro del Tesoro e compagno d'avventura Paul Keating che, infine, prenderà il suo posto.