Il mondo non riesce a svegliarsi dall’incubo terrorismo. Ieri è stata un’altra giornata di sangue in Medio Oriente. In Libano un attacco kamikaze ha fatto saltare in aria un posto di blocco di Hezbollah nella loro roccaforte, la Valle della Bekaa. L’esplosione sarebbe avvenuta tra Kheribeh e Hama, vicino a Baalbek, causando almeno 3 morti.
Secondo l’agenzia locale Nna le vittime sarebbero “martiri” delle milizie sciite. L’attentatore si trovava a bordo di un’autobomba. Non è chiaro chi sia il mandante della strage, visto che ad ora non è giunta nessuna rivendicazione. Possibile che alla base dell’attacco ci sia l’alleanza di Hezbollah con il regime siriano alauita (una setta sciita) di Bashar Assad.
I sospetti, dunque, ricadono su Al Nusra che è in prima linea nella lotta contro il governo di Damasco. Si tratta dello stesso gruppo di ortodossia qaedista (a differenza dell’Isis) che ha annunciato su Twitter di avere giustiziato uno dei militari libanesi nelle loro mani.
Secondo il messaggio, il soldato di Beirut è «la prima vittima dell’intransigenza dell’esercito libanese, che è diventato un giocattolo nelle mani del partito iraniano (sciiti)», riferimento quest’ultimo a Hezbollah. Le fazioni sunnite accusano l’esercito regolare del Libano di operare insieme col movimento sciita Hezbollah, che ha inviato miliziani ha sostegno del presidente siriano Bashar al Assad.