Donald Trump “compiange e prega per le vittime innocenti degli attacchi terroristi in Iran e per il popolo iraniano che sta vivendo questo tempi impegnativi” ma sottolinea che “gli stati che sponsorizzano il terrorismo rischiano di cadere vittima del male che promuovono”. Lo rende noto la Casa Bianca. Parole che il ministro iraniano degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, ha definito “ripugnanti“. “Sono loro che sostengono il terrorismo – è stata la replica – il popolo iraniano respinge le affermazioni statunitensi”.
Il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica ha voluto ricordare che l’attacco in Iran “è avvenuto solo una settimana dopo l’incontro tra il presidente Trump e gli alleati nella regione” (l’Arabia Saudita, ndr) e il “coinvolgimento dell’Isis mostra le loro responsabilità”. Una situazione che, promettono i Pasdaran, sarà seguita da una “vendetta per il sangue versato”.
Dopo gli attacchi del 7 giugno il Paese è in piena emergenza. “L’Iran si opporrà al terrore – ha assicurato il presidente Hassan Rohani – il terrorismo è l’opposto della cultura e mira a eliminare l’umanità e la civiltà”. Negli ultimi anni, ha aggiunto, “i terroristi hanno provato a infiltrarsi nel Paese per infliggere un colpo alla nazione, ma hanno fallito molte volte e anche ieri non sono riusciti a entrare nel Parlamento e nel mausoleo dell’imam Khomeini“.
Intanto il bilancio delle vittime è salito a 13. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie iraniane, precisando che una persona, gravemente ferita. E’ salito anche il numero dei feriti, che in un primo momento non erano stati ricoverati. Si tratta complessivamente di 52 persone, delle quali sei sono ancora in gravi condizioni in terapia intensiva.