Anche l’Europa riconosce il genocidio degli armeni dopo le parole di Papa Francesco che hanno riportato alla luce la strage commessa dall’esercito ottomano 100 anni fa. Bruxelles ha approvato una risoluzione che, fra le altre cose, invita la Turchia ad “approfittare della commemorazione del centenario del genocidio armeno come importante opportunitĆ ” per riconoscere il genocidio stesso.
Nel documento gli eurodeputati accolgono con soddisfazione le dichiarazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e del premier turco Ahmet Davutoglu in cui hanno porto le condoglianze riconoscendo la sofferenza degli armeni. Per il Parlamento Ue, si tratta di “un passo nella buona direzione” a partire dal quale hanno spinto la Turchia ad “spianare la strada per una vera riconciliazione fra i popoli turco e armeno”. Precisamente l’Europarlamento chiede a Turchia e Armenia di normalizzare le loro relazioni, ratificando e applicando senza precondizioni i protocolli per stabilire relazioni diplomatiche, aprendo la frontiera e migliorando attivamente i rapporti con particolare attenzione alla cooperazione transfrontaliera e all’integrazione economica.
La Turchia considera i massacri di armeni cristiani avvenuti fra il 1915 e il 1917 solo come un conflitto armato verificatosi nel contesto della prima guerra mondiale, sottolineando che sono morti anche molti musulmani. Sorta dall’Impero ottomano dissolto a seguito della prima guerra mondiale, la Turchia stima le vittime in circa mezzo milione e si rifiuta di riconoscere che sia stato commesso un genocidio. Domenica papa Francesco si era riferito all’uccisione degli armeni durante la prima guerra mondiale parlando di genocidio. Erdogan, in risposta, ha condannato ieri il pontefice, accusandolo di dire “stupidaggini” e avvertendolo di non ripetere piĆ¹ un errore simile. Il presidente turco ha perĆ² anche rinnovato le condoglianze per la tragedia armena che aveva espresso l’anno scorso, sottolineando che non intende “permettere che i fatti storici vengano estrapolati da un contesto e trasformati in una campagna contro” la Turchia