Non è rassicurante l'aria che si respira in Siria in queste ore. Il quotidiano turco Hurriyet riferisce che il cacciatorpediniere Donald Cook della marina militare Usa ha lasciato il porto cipriota di Larnaca, dove era ormeggiato, per avvicinarsi alle acque territoriali siriane. La nave sarebbe giunta a 100 km dal porto siriano di Tartus, dove c'è una base della marina militare russa. Sempre il quotidiano turco rileva che alcuni jet russi avrebbero sorvolato a bassa quota per 4 volte il cacciatorpediniere statunitense, compiendo manovre di disturbo mentre si avvicinava alle acque territoriali siriane dal porto cipriota di Larnaca.
Risposta dura
Se in Siria “la linea rossa è stata superata ci sarà una risposta“. A parlare è il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux dopo il presunto attacco chimico lanciato il 7 aprile su Duma, ultima roccaforte ribelle nella Ghouta orientale, area situata nella periferia di Damasco.
Lo scambio di informazioni tra il presidente americano, Donald Trump, e l'omologo francese, Emmanuel Macron, ha aggiunto, “conferma a priori l'uso di armi chimiche”. Del raid è accusato il regime di Bashar al-Assad che ha declinato ogni responsabilità. Il caso è stato al centro di una telefonata fra Trump e Macron, che hanno convenuto sulla necessità di una “risposta dura”. “Non possiamo lasciare che queste atrocità accadano”, ha dichiarato l'ex tycoon dopo aver riunito alla Casa Bianca, nella “situation room” i suoi advisor per la sicurezza nazionale. E' il secondo colloquio in due giorni tra i due leader. I due presidenti hanno “ribadito il loro desiderio di una risposta dura da parte della comunità internazionale a queste nuove violazioni del bando sulle armi chimiche”.
Tensioni all'Onu
Ma un attacco in Siria, secondo l'ambasciatore russo all'Onu, Vassily Nebenzia, può avere “grave ripercussioni“. Il diplomatico, durante la riunione del Consiglio di sicurezza convocata proprio per discutere del presunto attacco chimico, ha ricordato che Mosca ha formalmente avvertito gli Usa che non consentirebbe di mettere a rischio le sue forze di terra in Siria. “La forza armata (inviata) sotto mendace pretesto contro la Siria dove le truppe russe sono state schierate potrebbe portare a gravi ripercussioni”, ha detto Nebenzia. Nel corso dello stesso meeting la Francia ha chiamato in causa proprio la Russia, come possibile corresponsabile nell'azione. “Il supporto militare russo e iraniano è presente sul terreno e a tutti i livelli della macchina da guerra siriana – ha detto l'ambasciatore Francois Delattre – nessun aereo siriano decolla senza che l'alleato russo venga informato. Questi attacchi (del 7 aprile) si sono verificati con l'accordo tacito o esplicito della Russia, o nonostante questo e nonostante la sua presenza militare”