E’ guerra fra governo, politici locali e imprenditori argentini, a causa del progetto di riforma del lavoro. Il disegno di legge, infatti, è stato preso di mira dal sindaco di Buenos Aires e candidato presidenziale Mauricio Macri, che ha detto: “L’esecutivo, in modo arrogante e prepotente, ha imposto delle riforme che la maggior parte degli argentini non condivide, come è già successo quest’anno”.
Secondo il primo cittadino della Capitale, il progetto “non genererà nuovi posti di lavoro”, ma al contrario avrà un effetto indesiderato: “favorirà il lavoro in nero”. Come riporta il quotidiano La Nation, imprenditori e politici locali hanno puntato il dito, in particolare, contro una delle norme inserite nel disegno di legge, che propone di aumentare il piano di indennizzo dei lavoratori, la durata del congedo di paternità e discutere la partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali. Una decisione, quella di aggiungere la nuova regola, che il mondo imprenditoriale argentino ha definito “sconsiderata e arbitraria”.
Il sottosegretario al Lavoro di Buenos Aires, Ezequiel Sabor, ha riferito che il rifiuto a sostenere l’iniziativa del governo riguarda soprattutto il contesto lavorativo. “Le leggi sul lavoro sono buone se generano lavoro – ha spiegato Sabor – Nessun lavoratore pensa prima all’indennizzo, ma piuttosto ad avere un impiego”.
Sul versante imprenditoriale a controbattere al govenro è il vicepresidente dell’Unione industriale argentina, Daniel Funes de Rioja, che ha spiegato: “Per noi è fondamentale favorire il dialogo sociale e credo che non si possano approvare riforme e cambiamenti senza consultare, chiedere informazioni e coinvolgere gli imprenditori e i settori sindacali”. Funes de Rioja ha inoltre parlato di una situazione di “contrazione del mercato, che non è un buon segno per il mercato nazionale”. Più le regole sono rigide – ha concluso il vicepresidente degli industriali argentini – più si perde formalità nel lavoro”.