Anche un principe della vasta famiglia saudita scende in campo per assicurare alle donne arabe il diritto di guidare. “Basta con le chiacchiere, le donne saudite devono poter guidare!” ha scritto in un tweet Alwaleed bin Talal. La sua non è la posizione ufficiale del governo ma il suo patrimonio da 20 miliardi di dollari lo rende uno degli uomini più ricchi e influenti al mondo. “Impedire ad una donna di guidare la macchina oggi è negarle un diritto, come l’istruzione o l’identità”, ha aggiunto.
L’Arabia Saudita è l’unico paese al mondo in cui alle donne è proibito mettersi al volante, e non è l’unica restrizione che le riguarda. Negli ultimi anni, la protesta è sfociata anche sui social. La campagna denominata “Women2Drive“, che chiede alle donne di postare foto mentre sono al volante, ha ricevuto quasi 18 mila like su Facebook, ma anche condotto all’arresto di alcune donne che hanno aderito.
Nell’aprile scorso il Gran Mufti Abdul Aziz bin-Abdullah al-Sheikh, massima autorità religiosa del Regno, ha dichiarato che la possibilità per le donne di mettersi al volante sarebbe “una questione pericolosa che espone le donne al male“. Uomini con “lo spirito debole” e “ossessionati dalle donne”, ha spiegato, potrebbero fare loro del male. Inoltre, ha aggiunto, le famiglie si troverebbero nelle condizioni di non sapere dove si trovano le moglie e le figlie che guidano da sole. Il divieto a guidare permane nel regno ultraconservatore del Golfo benché molte autorità religiose ed accademiche rilevino che non trova riscontro nei testi sacri dell’islam.