Accusati di omicidio e rapina, 5 uomini, tutti stranieri, sono stati giustiziati in Arabia Saudita. La sentenza è stata eseguita tramite decapitazione con la spada, dopo la quale come avviene sempre più spesso nel Paese, i corpi sono stati issati su un elicottero e mostrati in pubblico.
A inizio settimana il ministro degli Interni saudita aveva annunciato l’esecuzione dei cinque cittadini, due dello Yemen, e gli altri proveniente dal Ciad, Eritrea e Sudan, che sono stati condannati alla pena capitale per aver ucciso una guardia indiana nel corso di una rapina.
Da tempo ormai Amnesty International denuncia Riyad per il frequente e sempre più crescente ricorso alla pena di morte. Lo scorso anno l’Arabia Saudita è stata segnalata nella lista nera dei paesi con il più alto numero di esecuzioni di questo tipo, solo nel 2015 se ne contano 75. Traffico di droga, stupro, omicidio, apostasia, rapina a mano armata sono tutti reati punibili con la pena di morte senza alcuna possibilità di difesa da parte dei detenuti. Anzi, molto spesso i processi sono eseguita in maniera molto superficiale, così come capitò per il blogger Raif Badawi, condannato al carcere e a mille frustate per aver “insultato” l’islam sul sito Liberal Saudi Network. Anche per lui si tema possa essere pronunciata la sentenza a morte.