Un membro della vastissima famiglia saudita, Turki bin Saud al Kabir, è stato giustiziato a Riad dopo essere stato condannato a morte per avere ucciso un giovane durante una rissa tre anni fa. Lo ha riferito la televisione panaraba Al Arabiya. L’annuncio dell’esecuzione è stato dato dal ministero dell’Interno, che non ha precisato le modalità. Normalmente in Arabia Saudita è usata la decapitazione. In un comunicato il ministero dell’Interno ha sottolineato che “il castigo legittimo è il destino per chiunque cerchi di aggredire persone innocenti e versare il loro sangue”.
Secondo un articolo del New York Times le esecuzioni di membri della famiglia reale sono state molto rare negli ultimi 40 anni. L’ultimo caso risale al 1975, quando al boia venne affidato Faisal bin Musaid al-Saud, che assassinò suo zio, il re Rasial.
La famiglia della vittima si è rifiutata di pagare la pena pecuniaria che avrebbe potuto salvarlo (il cosiddetto “prezzo del sangue“) chiedendo invece che venisse fatta giustizia. Alcuni sauditi su Twitter si sono detti stupiti dell’accaduto, mentre altri hanno esaltato la qualità del sistema giudiziario del regno.
Un avvocato saudita di primo piano ha tweettato: “La cosa più grande è che il cittadino vede la legge applicata a tutti, e che non ci sono grandi persone e di altri piccoli persone.”
I membri della famiglia saudita sono migliaia. Tutti ricevono uno stipendio mensile ma solo alcuni ricoprono incarichi di governo.