Calata a picco per Apple in Borsa, un tonfo che porta il titolo giù del 10,01% con capitalizzazione di mercato inferiore a Google. Un crollo dovuto non solo dai ricavi inferiori alle stime previste ma anche in seguito alle tensioni sul mercato cinese, con abbassamento della domanda di iPhone nel Paese e conseguente frenata del titolo sui listini. E la debacle di Apple trascina con sé i principali titoli informatici (Facebook è a -0,6%), rende inquieti gli investitori e fa precipitare anche lo spread, facendo chiudere in netto rialzo (270,6 punti) il differenziale fra Btp e Bund. Apple ha bruciato 446 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dal record del 3 ottobre scorso. Al momento vale circa sui 682 miliardi di dollari. Tanto (più della Borsa italiana da sola) ma non tantissimo rispetto agli standard.
Piazza Affari
Nonostante questo, con la forte tensione dei mercati azionari di Wall Street e lo spread schizzato ai livelli di metà dicembre, Piazza Affari regge: l'indice Ftse Mib ha chiuso in perdita dello 0,61% a 18.218 punti, l'Ftse All share in calo dello 0,43% a quota 20.089. Milano si è mossa in linea con Londra e molto meglio di Parigi e Francoforte, appesantite dai titoli dell'hi tech in scia al crollo di Apple. Pessima giornata ovviamente per Stmicroelectronics: il gruppo dei semiconduttori ha chiuso con un calo finale dell'11% poco sopra i 10 euro, ma in Europa la società svizzera Ams ha ceduto oltre il 20%, la tedesca Dialog il 9% finale e la 'big' Infineon il 4%. Nonostante lo spread con la Germania schizzato a quota 270, in Piazza Affari le banche sono rimaste tranquille, ad accezione di Unipol salita di oltre il 4% e Mps in calo finale del 3,9% a 1,47 euro. Negli altri settori, bene Tim (+2%), mentre tra i titoli minori spicca il calo del 18% e la corsa di Stefanel (+25%), Tiscali (+17%) e Zucchi, salito del 15%.