Il clima in Medio Oriente si fa sempre più caldo e la Turchia ha deciso di accelerare nell’installazione di un sistema antimissilistico. Il partner designato per l’acquisto dell’infrastruttura militare sarà con ogni probabilità la Francia. Sembra, infatti, destinato a saltare l’accordo con la Cina, che era la prima scelta del governo di Ankara.
Le difficoltà nella trattativa con Pechino sono state confermate da Tayyp Erdogan: “Sono sopravvenuti degli elementi di disaccordo con la Cina sulla questione della fabbricazione congiunta e sul know how necessario per gestire il sistema missilistico – ha detto il presidente turco a margine del vertice Nato – Malgrado questo le discussioni proseguono ma la Francia, seconda in lista, ci ha fatto una nuova offerta e attualmente intratteniamo discussioni con loro”.
Le trattative con i cinesi erano cominciate lo scorso settembre quando Ankara aveva individuato nella China Precision Machinery Export-Import Corporation il partner ideale per la consegna dei missili terra aria a lunga portata. Una scelta che aveva fatto storcere (e non poco) il naso a Washington. La società cinese è infatti nel mirino di sanzioni americane, in quanto avrebbe venduto a Iran e Siria tecnologie per la produzione di missili. Ma dietro la rabbia degli Stati Uniti ci sarebbe anche dell’altro. Ad esempio la partecipazione alla corsa per l’aggiudicazione del ricco contratto (valore stimato 2,9 miliardi di dollari) da parte delle americane Raytheon e Lockheed Martin, escluse dal governo turco.