Nuova giornata di tensioni in Catalogna nel primo anniversario del referendum sull'indipendenza. Dopo gli scontri di ieri i manifestanti pro secessione sono scesi ancora in piazza.
Manifestazioni
A Girona alcune persone hanno fatto irruzione nella sede della Generalitat, con l'obiettivo di rimuovere la bandiera spagnola. Altri attivisti a Barcellona hanno bloccato la sedeĀ della Borsa valori, sul Passeig de Gracia, e alcuni di loro si sono incatenati alle porte di accesso. La manifestazione, che raccoglie circa 600 persone, era partita dai Jardinets de Gracia: gli attivisti – tra i quali un deputato della Cup, il partito della sinistra indipendentista catalana, nel Parlamento, Vidal Aragones – hanno occupato le scale di accesso all'edificio, scandendo slogan come “La nostra migliore arma, la solidarietĆ ” e “Primo ottobre, non dimentico nĆ© perdono“, ed esponendo lo striscione “Rovesciamo il regime, abbiamo votato l'indipendenza“. In parallelo, un altro gruppo di attivisti si ĆØ allontanato dal resto della marcia per tagliare, a poca distanza dalla Borsa, la Gran Via de les Corts Catalanes. Migliaia di studenti hanno, invece, affollatoĀ la Placa Universitat a Barcellona per muoversi in corteo e protestare contro la “repressione”.
Puigdemont
L'esito del voto del 1Ā° ottobre 2017 ĆØ stato ricordato anche dall'ex governatore della Catalogna Carles Puigdemont. “Il processo verso l'indipendenza ĆØ un cammino senza ritorno – ha detto – l'unico possibile per vivere in piena democrazia: arrivare a una Repubblica catalana che sia riconosciuta a livello internazionale“.Ā Puigdemont, destituito propio dopo aver proclamato l'indipendenza della regione autonoma,Ā ha perĆ² ribadito il rifiuto netto verso ogni forma di violenza. E' “essenziale“, ha detto, “mantenere il cammino di “unitĆ e civiltĆ ”.Ā
L'ammissione
Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha intanto definito “un errore” le cariche della polizia durante il referendum dello scorso anno. “Quel 1Ā° ottobreĀ ĆØ diventato un giorno triste della memoria”, ha sottolineato la portavoce del governo, Isabel CelaĆ a Cadena Ser, ribadendo comunque che quella fu una “consultazione illegale“.