E' durato poche ore il fragile cessate il fuoco fra Hamas e Israele. Nella notte da Gaza sono partiti nuovi razzi, almeno due, che sono stati intercettati dalla cupola dell'Iron Dome prima di raggiungere la località di Ashkelon.
Allarme
Le sirene sono scattate, di nuovo, verso le 4 del mattino (le 3 in Italia). Qualche ora prima i caccia dell'aviazione israeliana avevano bombardato altri obiettivi di Hamas nel sud dell'enclave palestinese, tra cui un compound militare e una fabbrica di armi a Khan Yunis. I raid sono arrivati in risposta al lancio di un razzo e di palloni incendiari e perché nel pomeriggio di ieri alcuni miliziani avevano dato alle fiamme una postazione delle forze armate israeliane. L'esercito ha avvertito che considera Hamas, che governa de facto l'enclave, responsabile di tutta l'attività militare che arriva dalla zona, e si è detto pronto a “diversi scenari e a intensificare la sua attività se necessario“.
Lo scontro
L'escalation che porta i territori a un passo dalla guerra è iniziata lunedì quando un razzo lanciato dalla Striscia ha centrato un'abitazione in Israele, ferendo sette persone tra cui tre bambini. Poche ore dopo, Israele ha risposto attaccando cinquanta obiettivi militari, tra cui l'ufficio del capo di Hamas. Le milizie hanno replicato con decine di razzi. La tregua annunciata poco dal movimento islamista, non è stata riconosciuta da Israele.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ritornato in anticipo dalla visita negli Stati Uniti, si è incontrato ieri con il capo di Stato maggiore, Aviv Kochavi, e ha dato ordine di muovere nel settore del Comando meridionale – in prossimità dell'enclave palestinese – un'altra divisione di fanteria e un battaglione di artiglieria. Inoltre,è stata approvata la mobilitazione di riserve aggiuntive. Parlando in collegamento video alla conferenza Aipac (American Israel Public Affairs Committee) a Washington – alla quale era atteso ma che ha dovuto saltare per l'escalation improvvisa – il leader del Likud ha assicurato che è pronto a “fare molto di più”. “Faremo quello che è necessario per difendere il nostro popolo e il nostro Stato“. “Hamas deve sapere che non esiteremo ad entrare e a prendere tutti i provvedimenti necessari” per “la sicurezza di Israele “, aveva assicurato poco prima.