Continua ad allungarsi la lista delle compagnie aeree che hanno deciso di lasciare a terra i Boeing 737 Max 8, identici a quello del volo 302 dell'Ethiopian Airlines, precipitato due giorni fa nei pressi di Addis Abeba. Dopo la decisione, pressoché immediata, di Etiopia, Indonesia (dove lo stesso modello fu al centro di un altro grave incidente il 29 ottobre scorso, costato 189 morti) e Cina, all'elenco si erano aggiunti anche Mongolia e Isole Cayman, seguite dopo qualche ora da Corea del Sud, Australia (le sole Silk Air, singaporiana, e Fiji Airways, dal momento che nessuno dei Boeing in oggetto fa parte della flotta australiana), Singapore (ovvero il top degli hub legati al trasoprto aereo asiatico), Malaysia e Brasile. Stop imposto anche dalle compagnie aeree Aerolineas Argentinas e Jet Airways (India), in possesso di cinque Boeing 737 Max. Per quanto riguarda il Brasile, il bando è stato disposto dalla compagnia Gol (7 aerei su 121), mentre la Corea del Sud fa riferimento alla sola Easter Jet. Stop anche in Italia. L'Enac, secondo quanto si apprende, ha disposto lo stop operativo dei B737 dalle 21 di oggi.
Revisione del software
Prosegue dunque il momento nero per la Boeing, che nella giornata di ieri aveva visto un crollo verticale del titolo a Wall Street e l'annuncio di una revisione del software, finito sotto la lente dopo il secondo grave incidente nel giro di pochissimi mesi. Se in Asia la situazione è pressoché uniforme, in Europa e in America il tutto è ancora in divenire: oltre al Brasile e alla compagnia argentina, non sono stati fatti passi da parte degli altri Stati, con gli Usa che non hanno sospeso gli aerei ma caldamente richiesto alla Boeing di modificare il software entro aprile. La compagnia, da parte sua, si è detta in una nota “profondamente rattristata” per l’incidente avvenuto in Etiopia, ribadendo che “la sicurezza è un valore fondamentale per tutti in Boeing ed è la nostra priorità assoluta. Il 737 Max è un aereo sicuro che è stato progettato, costruito e supportato dai nostri dipendenti qualificati che si avvicinano al loro lavoro con la massima integrità”. Al di là dell'Atlantico, un atto deciso è arrivato dal Regno Unito, dove lo spazio aereo è stato interdetto per i velivoli in questione. Pare che anche la Norwegian Airlines abbia deciso di disporre il blocco dei Boeing.
Indagine in corso
Per quanto riguarda la revisione del software, dalla Boeing (che peraltro ha sede proprio negli Stati Uniti, a Chicago) viene precisato che il lavoro è stato condotto “a stretto contatto con la Federal Aviation Administration (Faa) per lo sviluppo, la pianificazione e la certificazione del miglioramento del software, che verrà applicato nella flotta 737 Max nelle prossime settimane”. Nel frattempo prosegue l'analisi delle due scatole nere, dalla quale dovrebbe essere fornita una spiegazione circa le cause del disastro, tuttora non chiare.