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Ambasciata Usa a Gerusalemme: “Entro maggio l’annuncio di Trump”

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Accelerata degli Stati Uniti verso lo spostamento dell’ambasciata americana in Israele, da Tel Aviv a Gerusalemme. Entro maggio, ha detto il parlamentare repubblicano Ron DeSantis al sito ultraconservatore Breibart News, l’annuncio arriverà direttamente da Donald Trump.

DeSantis – che insieme alla delegazione ha incontrato il premier Benjamin Netanyahu e deputati israeliani – ha anche indicato come possibile sede della nuova rappresentanza diplomatica la struttura del compound del Consolato Usa a Gerusalemme che si trova ad Arnona nella parte sud della città all’interno della zona ebraica delimitata dalla linea armistiziale del 1949, ma ad un passo del quartiere palestinese di Jabel Mukaber. Un edificio in potenza “già pronto all’uso” e dotato di maggiore sicurezza rispetto all’ambasciata di Tel Aviv, ha spiegato DeSantis.

L’indicazione di maggio come scadenza del possibile trasferimento non sembra casuale: in quella data si celebreranno in Israele i 50 di Gerusalemme capitale riunificata dello stato ebraico dopo la Guerra dei 6 giorni del 1967. Lo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv, previsto da una legge del 1995, è stato finora rallentato dai presidenti Usa, Barack Obama compreso. La deroga a questa legge scade però proprio a maggio. “Molta gente – ha dichiarato il parlamentare repubblicano a Breitbart – ha pensato che la cosa si sarebbe fatta in un giorno solo. E quando non è avvenuto, la stessa gente ha detto. ‘Bene (Trump) non lo farà. Non manterrà la sua parola’”. Ma DeSantis ha subito aggiunto che “Trump ha dato prova di essere un uomo di parola” e che pertanto “non firmerà la deroga per l’ambasciata stessa”, come fatto da Obama. “Del resto – ha proseguito DeSantis – abbiamo già il nostro ambasciatore, David Friedman, sul posto. Così io penso che questo è quello che succederà”.

Il parlamentare del Likud (il partito di Netanyahu) Yehuda Glick che ha incontrato la delegazione Usa capitanata da DeSantis ha fatto appello affinchè la promessa fatta in campagna elettorale da Trump sia mantenuta. “E’ tempo – ha sottolineato – che il presidente rispetti l’impegno e la legge approvata dal Congresso nel 1995”. La reazione palestinese non si è fatta attendere. Ziad Khalil Abu Zayyad, portavoce di Fatah, partito del presidente Abu Mazen ha ammonito la delegazione Usa sulla necessità “di comprendere che spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme non solo farà esplodere la situazione in Palestina ma l’intera regione”. Una reazione giunta poche ore prima che il premier Netanyahu chiedesse, e ottenesse, la cancellazione a Jatt, villaggio arabo-israeliano a nord di Tel Aviv, dei cartelli stradali che indicavano “via Arafat”. “Non possiamo permettere che nello Stato d’Israele – ha motivato durante il consiglio dei ministri – siano dedicate strade in ricordo di uccisori di israeliani o di ebrei”.

Francesco Volpi: