L’allarme era stato lanciato un paio di settimane fa da Medici senza Frontiere ma ora il contagio di colera nello Yemen sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti. Msf aveva avvertito che l’aumento di casi di colera e diarrea acquosa acuta avrebbe portato a un’epidemia fuori controllo e adesso il contagio nel paese, devastato dalla guerra, è esponenziale. La conferma è arrivata dall’Unicef che ha fornito dati tremendi: ogni giorno si segnalano da 3.000 a 5.000 nuovi casi, il numero dei malati raddoppia praticamente ogni due settimane e se il mese scorso i contagiati sono stati complessivamente 70.000, ora sono già 130.000. In assenza di aiuti internazionali, diventeranno presto 300.000, secondo quanto ha denunciato il responsabile dell’agenzia Onu per il Medio Oriente, Geert Cappelaere.
Per comprendere quanto sia grave la situazione basti considerare la crescita delle persone colpite: secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), il numero di casi sospetti è passato da 11.000 il 14 maggio a più di 23.500 il 19 maggio. “Il sistema sanitario yemenita era già al collasso. Per riportare sotto controllo l’epidemia non basta curare chi raggiunge gli ospedali. Bisogna anche affrontare l’origine della malattia, migliorando l’acqua e l’igiene e lavorando nelle comunità per evitare nuovi casi” ha affermato Ghassan Abou Chaar, capo missione di Msf in Yemen.
Ora Cappelaere avverte che l’epidemia potrebbe “diffondersi al di fuori dei confini dello Yemen” perché “nessuna frontiera può fermare il colera”. Solo nello Yemen, ha aggiunto, i morti sono già stati più di 10.000 e tre milioni gli sfollati in cerca dei pochi presidi ospedalieri. Tra loro molti non ce la fanno e i bambini sono vittime predestinate. “Lo Yemen ormai è uno dei luoghi peggiori dove essere bambini”, ha concluso il responsabile dell’Unicef.