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Allarme dell’Oms sull’Ebola: agire in Africa o ci saranno altri 20.000 contagi

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L’organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia un nuovo allarme sull’epidemia di Ebola che sta flagellando l’Africa occidentale. Secondo stime recenti, rese note dal New England Journal of Medicine – importante settimanale americano specializzato in pubblicazioni mediche – potrebbero esserci altre 20.000 persone infettate dal virus entro novembre prossimo se le Nazioni non faranno nulla per rafforzare le misure di controllo dell’epidemia. “Se non vi sarà alcun cambiamento nelle misure di controllo – dichiarano gli esperti – a novembre si conteranno 9.939 casi in Liberia, 5.925 in Guinea e 5.063 in Sierra Leone”.

Da Ginevra l’Oms ha reso noto, nei giorni scorsi, anche l’ultimo bilancio delle vittime aggiornato al 13 settembre: 2461 i decessi, tra confermati, probabili e sospetti mentre i casi di contagio sono saliti a 4985 portando in questo modo il tasso di mortalità al 55%. Il principale focolaio si trova in Liberia, dove sono morte 1296 persone; 595 in Guinea, e 562 in Sierra Leone. In Nigeria e in Senegal le autorità sanitarie locali sembrano essere riuscite a contenere la diffusione. In Nigeria, infatti, ci sono stati 8 morti su 21 casi, mentre in Senegal è stato registrato un solo caso: si trattava di uno studente della Guinea la cui guarigione è stata annunciata dalle autorità lo scorso 10 settembre.

Anche le organizzazioni non governative che lavorano sul campo lanciano l’allarme. È il caso di Medici senza frontiere, un’organizzazione internazionale privata che si prefigge lo scopo di portare soccorso sanitario ed assistenza medica nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito, che dichiara: “A 6 mesi dall’inizio della peggiore epidemia di Ebola della storia, la risposta internazionale è ancora inadeguata, stiamo perdendo troppe vite e le nostre equipe sono al limite delle loro capacità. Occorre agire ora per fermare l’epidemia”.

Milena Castigli: