In Algeria il fenomeno della violenza giovanile diventa sempre più diffuso, tanto da aver “scomodato” l’ispettore generale del Ministero dell’Educazione nazionale, Medjadi Messeguem. Nelle scuole e negli istituti superiori del Paese sono stati segnalati solo nell’ultimo anno circa 40 mila casi di aggressività tra i banchi. E’ una stima però che secondo esperti del Ministero è stata arrotondata per difetto, lasciando intendere che molti altri episodi potrebbero essere non denunciati per paura.
Le esplosioni di violenza non coinvolgono solo i gruppi di studenti, ma anche i professori sempre più spesso vittime di questa sorta di “bullismo” ormai consolidato. Medjadi Messeguem ha parlato di questa delicata questione nel corso di una intervista rilasciata alla radio nazionale, senza cercare di ridimensionare il fenomeno che sembra non avere confini geografici precisi, dal momento che si manifesta in ogni provincia e in moltissime città.
Non si tratta però solo di semplice violenza tra gruppi di ragazzi, l’aggressività di questi adolescenti si manifesta anche con atti di vandalismo, uso di sostanze stupefacenti e consumo di bevande alcoliche, ma anche di racket, ad opera di studenti che taglieggiavano loro colleghi. Un disagio che il Ministero dell’Educazione nazionale ha deciso di affrontare alle sue radici per capire le motivazioni che spingono i giovani a questo tipo di azioni. Il primo obiettivo è valutare se questi rabbia sia conseguenza di emarginazione sociale e familiare da cui provengono gli alunni e gli studenti o se per parte sua la scuola non sia corresponsabile di quanto accade.