Oltre 5 mila 600 civili, tra cui 2.855 bambini, hanno lasciato i quartieri di Aleppo Est controllati dai miliziani “per raggiungere le zone liberate della città”. Lo sostiene il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, secondo cui i civili sono stati assistiti dal Centro di riconciliazione russo (una struttura che a sua volta dipende dal ministero della Difesa di Mosca). Secondo l’ufficiale, i civili sono stati sistemati in centri di assistenza umanitaria preparati in anticipo dalle autorità siriane e dove ricevono cibo e assistenza medica.
Ma le forze di opposizione continuano a denunciare violenze nei confronti di cittadini inermi. Secondo i volontari di Syria Civil Defense 45 persone sarebbero state uccise in attacchi dell’artiglieria contro famiglie che tentavano di spostarsi dalla parte orientale della città verso quella occidentale, sotto il controllo delle forze di Damasco.
In precedenza Ibrahim Abu Laith, funzionario dell’Ong, aveva riferito di almeno 51 persone erano morte nei raid aerei (attribuiti al regime e agli alleati russi) che hanno colpito gruppi di persone che cercavano di fuggire dal distretto di al-Myassar verso il quartiere di Bab al-Nayrab. “La gente stava cercando di scappare dall’area di Jab al-Quba, a Aleppo Est, ed è stata colpita da pesanti bombardamenti del regime”, ha detto Abdel Rahman Hassan, volontario dei “caschi bianchi”, citato dall’agenzia di stampa Dpa dopo gli ultimi attacchi. Tra le vittime ci sarebbero donne e bambini.
C’è poi la denuncia di Aleppo Media Center, secondo cui il regime di Assad avrebbe creato due “campi di detenzione” nelle zone di Aleppo sotto il controllo governativo nei quali sarebbero rinchiusi “oltre 1.000 giovani” fuggiti dai quartieri orientali. I volontari sostengono che uno dei due campi “si trova in una scuola nel quartiere di al-Sakhour e l’altro nella zona di Naqarin, vicino all’aeroporto militare di al-Nayrab”.